Corsa ai rifornimenti di gas, ma gli stoccaggi italiani sono i più alti in Europa

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 Il rischio è che quando scatterà ufficialmente la stagione degli stoccaggi in tutta l’Ue – in genere ad apprile ma quest’anno un po’ prima – ci sarà anche la caccia al gas.


Già, perché gli stoccaggi europei, le riserve pensate per coprire i picchi invernali nella richiesta di gas, partiranno da valori ben più bassi rispetto all’anno scorso: mancano poco più di 18 miliardi di metri cubi di gas in Europa rispetto all’anno scorso, più o meno quanto vale la riserva dell’Italia, per avere un’idea. E dunque c’è più strada da fare per raggiungere entro ottobre il 90% imposto dall’Ue. 
Il risultato? Il mercato ha già preso le misure. Anche la speculazione si è attivata immaginando la caccia al gas. E così, i prezzi del metano al Ttf di Amsterdam hanno superato il massimo da 15 mesi (53 euro per Megawattora) prima di correggere un po’. E lo hanno fatto influenzati anche dagli stoccaggi in calo in Europa, per via delle temperature più basse della media, oltre che per la convenienza dei trader a utilizzare il gas negli stoccaggi, comprato a valori più bassi in un contesto di prezzi più elevati. 

L’ITALIA MEGLIO DEGLI ALTRI
La buona notizia per l’Italia è che è messa molto meglio del resto d’Europa per gli stoccaggi. Il livello di circa il 62% è solo un punto inferiore alla soglia raggiunta l’anno scorso. Ed è anche più della media negli ultimi 5 anni, come spiegato dall’ad di Snam, Stefano Venier a MoltoEconomia. Lì dove l’Ue (al 52%) si posiziona a 16 punti in meno rispetto all’anno scorso, la Germania (al 54%), segna ben 20 punti in meno sui livelli di riempimento. La Francia, seppure con una capacità pari a un terzo della prima riserva d’Europa, cioé la Germania, ha 23 punti in meno (al 37%), con l’Austria scesa al 62% (-19%).

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LA PROSPETTIVA
La cattiva notizia per tutti, compresa l’Italia, è che i prezzi si manterranno in tensione nei prossimi mesi. Lo dicono i nuovi record anche nella differenza tra i contratti per la consegna del gas la prossima estate e quelli per la consegna nell’inverno successivo. Un differenziale che tocca i 6 euro al Megawattora è un bel disincentivo al riempimento delle riserve. Ecco perché alcuni governi si sono attrezzati per muoversi con anticipo ed evitare di avviare la stagione delle prenotazioni con prezzi più alti, come quelli previsti quest’estate. Lo stesso ministro dell’Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin ha valutato con Snam e l’Arera l’anticipo delle aste e appena firmato il decreto. Ma manca, purtroppo, una strategia comune Ue. Cosa che sarebbe auspicabile proprio per evitare ulteriori picchi dei prezzi, visto che il Vecchio Continente deve fare a meno da gennaio anche del gas russo che passava dall’Ucraina (il 5% delle importazioni Ue) ma da marzo farà i conti con il divieto di trasbordo nei porti Ue deciso proprio dall’Europa per il Gnl russo. Difficile che Donald Trump possa venire in soccorso nell’immediato con più di quello che sta già inviando in aggiunta in Europa da inizio gennaio. Ci vorrà qualche mese anche per sfruttare l’annunciato incremento della produzione Usa. In questo contesto, non solo non c’è una strategia Ue, ma manca anche il minimo coordinamento se la Germania ha già scelto e annunciato di voler stoccare in anticipo a suon di incentivi pubblici.

Dal 2022 gli stoccaggi hanno un po’ cambiato pelle. Da garanti dei picchi invernali hanno assunto un ruolo anche come strumento della sicurezza energetica per poi arrivare a essere anche una leva di attenuazione dei prezzi. In particolare per l’Italia, i livelli di riempimento elevati non fanno intravedere alcun rischio per i prossimi mesi. Tra l’altro ci siamo dotati del cosiddetto “Peak shaving”, un meccanismo che punta a “rasare” i picchi di consumo. Una nave ad hoc riempirà infatti anche gli stoccaggi di Panigaglia in modo da avere una disponibilità immediata in caso di caduta delle temperature. E si tratta di un cuscinetto che hanno in pochi in Ue. Altra cosa è guardare al prossimo inverno, visto che, come detto, non c’è quell’incentivo tipico per cui riempi di gas in estate, che costa meno, e lo vendi d’inverno che costa di più. Certo, l’Italia ha meno gas da recuperare rispetto agli altri. Ma anticipare gli stoccaggi può limitare i costi. Un ulteriore aiuto arriverà dal “controflusso” che già l’anno scorso ha garantito 1,5 miliardi (la reiniezione con stoccaggio a febbraio e consegna del gas l’inverno successivo). Gli incentivi modello Germania sono invece l’ultima opzione da considerare.
R.Amo.

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