Aria inquinata a Verona, al centro dello scontro le politiche green del Comune

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Si è acceso nuovamente lo scontro politico a Verona tra maggioranza ed opposizione in Comune. Questa volta al centro della disputa c’è il tema ambientale, dopo che il report di Legambiente, “Mal’aria di città 2025”, ha collocato il capoluogo scaligero al terzo posto in Italia, dietro Milano e Frosinone, per numero di sforamenti giornalieri di Pm10 nel 2024, che sono stati 66. Un problema che, come si evince da questa particolare classifica, tocca gran parte del Veneto, visto che Vicenza (64), Padova (61) e Venezia (61) sono subito dietro. 

Il centrodestra attacca: «Politiche fallimentari dell’Amminstrazione» 

Il deputato di Fratelli d’Italia, l’onorevole Marco Padovani, lo ha definito un «triste primato», prendendo poi di mira l’operato dell’attuale Amministrazione comunale: «Un dato allarmante, che smentisce nei fatti la retorica ambientalista della giunta Tommasi. Questa amministrazione si è sempre proclamata “green”, ma a tutti gli effetti i suoi provvedimenti si limitano a slogan e propaganda. Si parla tanto di sostenibilità, di mobilità dolce, di biciclette e aree pedonali, ma senza una strategia concreta e basata su studi seri. Il risultato? Un’Amministrazione che si dipinge di verde per convenienza politica, ma che nei fatti pratica solo greenwashing, ovvero quella strategia di comunicazione che simula un impegno ambientale senza una vera sostanza». Secondo Padovani dunque non ci sarebbe un vero piano per ridurre l’inquinamento dell’aria: «La sostenibilità non si improvvisa e, soprattutto, non appartiene a una parte politica: è di chi ha a cuore la propria città e lavora per un futuro migliore. Qui, purtroppo, vediamo solo una grande difficoltà nell’affrontare il problema con soluzioni reali. L’assenza di un piano serio per ridurre l’inquinamento dimostra che non basta riempirsi la bocca di parole come “green” e “sostenibilità” se poi i risultati sono questi. Verona merita di meglio, un’Amministrazione che sappia coniugare sviluppo e ambiente con competenza e visione. Perché alla fine, a forza di sentirci dire che oggi va tutto meglio, ci viene il dubbio che forse ieri non andasse poi così male».

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Dose rincarata dal Consigliere comunale della Lega Nicolò Zavarise: «Un dato allarmante che dimostra il fallimento delle politiche ambientali della Giunta Tommasi, più interessata a vessare i cittadini con misure ideologiche che a risolvere concretamente il problema dello smog». Non solo. Secondo l’esponente del Carroccio i provvedimenti attuati (anche piuttosto recentemente come la chiusura della ZTL) avrebbero addirittura accresciuto il problema: «La chiusura della ZTL h24, la gestione caotica dei cantieri e la riduzione degli spazi di parcheggio stanno strangolando la città, penalizzando residenti, commercianti e lavoratori. Il traffico, anziché diminuire, è stato solo deviato su altre arterie congestionate, aumentando inquinamento e disagi. La situazione è talmente insostenibile che perfino i commercianti del centro storico hanno lanciato ripetuti allarmi sulle ripercussioni economiche negative di queste misure inutili e dannose».

Zavarise mette nel mirino Ferrari: «La Giunta, in primis l’assessore Tommaso Ferrari, ha scelto la strada dello scontro con i cittadini, imponendo scelte forzate senza un piano di mobilità efficace, ignorando la necessità di potenziare il trasporto pubblico e limitandosi a provvedimenti punitivi. Nel frattempo, Verona soffoca, mentre il traffico paralizza la città e il livello di PM10 continua a crescere».

«Chiediamo alla Giunta Tommasi di abbandonare le sue crociate ideologiche e di adottare misure realmente efficaci per ridurre lo smog: potenziamento del trasporto pubblico, incentivi reali alla mobilità sostenibile, per esempio con aumento delle corse degli autobus urbani, che spesso invece vengono tagliate, e un piano traffico che tenga conto delle esigenze di chi vive e lavora in città», ha concluso.

«Un vero e proprio schiaffo alle politiche e alle azioni messe in atto in questi anni dall’amministrazione Tommasi». Insistono da Verona Domani, mettendo nel mirino anche le scelte per il 6 gennaio e le ciclopedonali (che Legambiente ritiene invece importanti per la causa), oltre che alla realizzazione di aree verdi: «Anni di politiche cittadine quasi unicamente incentrate sulla realizzazione di nuove piste ciclabili (molto spesso anche in zone non idonee e pericolose), iniziative su mobilità dolce e sostenibile, chiusura totale della Ztl, domeniche ecologiche con relativo stop alla circolazione delle automobili. E ancora, fallimentare gestione e raccolta del verde cittadino, centinaia di parcheggi dei residenti sacrificati in tutta la città per fare spazio a nuove aree verdi e per la piantumazione di nuovi “alberelli” (vedi il recente caso di Piazza Brà Molinari), la soppressione di storici e tradizionali eventi particolarmente amati dai veronesi come il falò dell’Epifania in Brà. Risultato? L’aria è peggiorata».

«Appare sotto gli occhi di tutti come le politiche e le direttive messe in atto in quasi 3 anni da Tommasi e dalla sua giunta siano miseramente fallite e che, come affermato anche da Legambiente, vi siano parecchie criticità e che molte di queste azioni vadano cambiate e riviste – prosegue il consigliere comunale Paolo Rossi di Verona Domani –. Spieghi adesso il sindaco ed il suo assessore all’ambiente come sia possibile che la nostra città sia precipitata in questi anni in questo modo, risultando addirittura più inquinata di realtà come Milano, Padova, Catania, Vicenza e Padova. I cittadini hanno diritto di sapere. Non erano le politiche green, sostenibili, la tutela ambientale, il fiore all’occhiello e la mission principale tanto sbandierate dall’amministrazione di centrosinistra targata Tommasi? I dati di Legambiente, che testimoniano in maniera chiara l’inefficacia delle misure adottate fino adesso, fanno emergere una situazione allarmante – conclude Rossi – Serve invertire la rotta e ripensare tutto. Ne va anche della salute dei cittadini veronesi».

«Verona si classifica al terzo posto tra le città più inquinate d’Italia. Un dato allarmante che solleva interrogativi sulle politiche ambientali dell’amministrazione Tommasi, che aveva promesso ai cittadini una città più vivibile e più green». Questo l’intervento del consigliere regionale di Fratelli d’Italia Stefano Casali che ha aggiunto: «Le strategie adottate finora dal Comune non si sono rivelate né risolutive né efficaci nel contrastare il problema, lasciando Verona in una situazione critica. I dati Arpav pubblicati a inizio 2025 mostrano un leggero miglioramento a livello regionale, ma Verona resta la città più inquinata del Veneto. La Regione, anche per quest’anno, destinerà fondi alla rottamazione delle auto e delle vecchie stufe, all’efficientamento energetico degli edifici e ad altre misure concrete. Di fronte a un’emergenza ambientale di questa portata, ci chiediamo se l’amministrazione comunale intenda adottare provvedimenti strutturali o se continuerà con soluzioni tampone come la chiusura della ZTL, senza un piano organico di risanamento dell’aria. La risposta – conclude Casali – non può essere solo il blocco totale della città, ma una strategia concreta e a lungo termine e una visione diversa di città, per migliorare la qualità dell’aria e la vivibilità di Verona. È il momento di passare dalle parole ai fatti».

Ferrari risponde: «Dati noti da anni. Serve accelerare invece sulle politiche strutturali»

A rispondere alle critiche ci ha pensato l’assessore all’Ambiente chiamato spesso in causa, Tommaso Ferrari, il quale ha sottolineato come il problema si protragga oramai da tempo e che per questo occore proseguire lungo la strada intrapresa dalla giunta: «I dati sulla qualità dell’aria purtroppo sono noti da molti anni e sono dati che dimostrano anno dopo anno la necessità di migliorare la qualità dell’aria nella nostra città, e ci mostrano anche la complessità di questa sfida che richiede interventi strutturali e di lungo periodo e non ha, purtroppo, soluzioni immediate. Proprio per questo dobbiamo accelerare e portare avanti con determinazione politiche in tal senso, che sono comuni a moltissime altre città, concentrandoci sulle leve su cui le città possono intervenire direttamente: incentivare la mobilità sostenibile, aumentare il trasporto pubblico locale. ridurre l’inquinamento da traffico e favorire la transizione energetica degli edifici».

Ferrari inoltre ha ricordato il contesto in cui è situato il capoluogo scaligero, che vede altre città venete alle prese con questa situazione: «Il contesto in cui si trova Verona, il bacino padano, è una delle aree più critiche d’Europa per la qualità dell’aria, a causa dell’elevata densità abitativa, dell’industrializzazione, delle grandi direttrici di traffico e di una conformazione geografica che favorisce il ristagno degli inquinanti. Questo rende ancora più evidente la necessità di un’azione coordinata tra amministrazioni locali, regioni e governo centrale, anche in termini di finanziamenti».

«Guardando l’andamento dei dati negli anni, come evidenziato nell’ultimo report di ARPAV: il numero di superamenti sta tendenzialmente calando, eccezione fatta per il 2021, uno degli anni con i livelli più bassi di PM10. Questo ci conferma la necessità di azioni coordinate e strutturali che possono permettere, negli anni, di migliorare i risultati», ha poi concluso l’assessore. 

Floridia: «È da tempo un’emergenza, ignorata dal governo Meloni»

Rimane in tema di azioni coordinate, anche a livello nazionale, la senatrice di Alleanza Verdi e Sinistra Aurora Floridia, che si rivolge direttamente a Roma: «La qualità dell’aria in Italia è da tempo un’emergenza, ignorata dal governo Meloni. I dati del report “Mal’aria di città 2025” di Legambiente sono a dir poco allarmanti. Verona, la mia città, si trova al terzo posto per inquinamento, perché i livelli di polveri sottili e biossido di azoto superano costantemente i limiti raccomandati, mettendo a rischio la salute dei cittadini, soprattutto quelli più vulnerabili, come bambini, anziani e chi già soffre di patologie respiratorie. Una situazione conosciuta e insostenibile. Ma ancora non si è fatto nulla per invertire questo trend negativo.

Servono subito interventi concreti, come ridurre le emissioni nocive industriali e promuovere interventi per migliorare l’efficienza energetica degli edifici, potenziare il trasporto pubblico e incentivare la mobilità sostenibile. E vanno ampliate le aree verdi, fondamentali per la qualità dell’aria.

Il futuro della nostra città e delle prossime generazioni dipende dalle scelte che facciamo oggi. Non possiamo più permetterci di aspettare e rimandare».



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