Secondo l’Osservatorio sui bilanci della società di capitali del settore costruzioni”, della Fondazione nazionale dei commercialisti, per l’intero 2024 si prevede dunque un calo del 4% per il fatturato delle società di capitali operanti in questo ambito. In valore assoluto si tratterebbe di una perdita di circa 8 miliardi di euro. Più drastica la flessione per il 2025, mentre per il 2026 è prevista una ripresa.
In base ai primi dati 2024 rilevati dalla fatturazione elettronica, i ricavi nel settore costruzioni si preannuncia un calo. Nei primi otto mesi dell’anno l’imponibile Iva delle comparto si è ridotto del 3,7% rispetto a un anno prima. Anche i dati congiunturali Istat relativi alla produzione nel settore registrano un -4,6% per i primi 8 mesi dell’anno.
Secondo la Fondazione questi dati “rappresentano comunque un importante consolidamento dei risultati raggiunti nel 2023. Rispetto al 2019, infatti, anno pre-pandemico, il fatturato a fine 2023, così come stimato sulla base dei dati parziali esaminati, risulta aumentato del 93% (+101,6% se si considerano i dati relativi all’imponibile Iva rilevato attraverso i flussi mensili della fatturazione elettronica dal Mef, Dipartimento Finanze). Con il calo previsto per il 2024, la variazione rispetto al 2019 risulterebbe comunque pari a +82,4%”.
Dopo il calo, comunque contenuto, subito nel 2020 a causa della pandemia, il fatturato delle società del settore costruzioni ha registrato un netto rimbalzo nel 2021 (+33,4%), seguito da incrementi annuali più contenuti, ma, comunque, significativi nel 2022 (+24,6%) e nel 2023 (+21,9%).
La dinamica del fatturato nel periodo post-pandemico è nettamente più vivace rispetto al periodo precedente, caratterizzato da incrementi annuali di poco superiori al 5%.
Le restrizioni al superbonus rallentano il settore
“Il rallentamento nel 2023 – spiegano i commercialisti – è certamente fisiologico ma è anche dovuto, verosimilmente, alle restrizioni al Superbonus rispetto all’anno precedente. Ad ogni modo, l’incremento di fatturato registrato è superiore rispetto a quello relativo a tutti i settori economici: stando ai dati Mef sull’andamento dell’imponibile Iva rilevato tramite la fatturazione elettronica nel 2023 il fatturato complessivo di tutti i settori economici è diminuito del 3,1%”.
Più “preoccupanti”, per i commercialisti, le previsioni relative al 2025 che scontano un rallentamento degli investimenti in costruzioni dovuto ad una serie di fattori congiunturali avversi, tra i quali, oltre al progressivo ridimensionamento degli incentivi alla riqualificazione delle abitazioni, l’aumento dei costi di finanziamento, che permangono elevati nonostante il cambio di direzione della politica monetaria europea, e le restrizioni al credito.
Una nuova ripresa, invece, è prevista nel corso del 2026, grazie soprattutto agli effetti espansivi di alcuni programmi del Pnrr che impattano sul comparto edilizio.
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