La povertà in Argentina scende, ma la classe media paga il prezzo più alto — Il Globo

Effettua la tua ricerca

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#finsubito

Sconto crediti fiscali

Finanziamenti e contributi

 


I dati Indec della fine del 2024 mostrano un miglioramento, ma evidenziano le ripercussioni dell’aumento delle tariffe su un ampio gruppo di popolazione, con maggiori difficoltà per i salariati a basso reddito.

BUENOS AIRES – L’INDEC (Instituto Nazionale di Statistica e Censimento) ha pubblicato i dati relativi al reddito, al benessere economico e alla capacità di acquisto, per il quarto trimestre (la fine dell’anno) del 2024.  

L’organismo ha rilevato che la povertà in Argentina ha registrato sviluppi contrastanti, con un abbassamento significativo nei settori dei disoccupati e dei lavoratori informali, ma un aumento per le categorie di salariati a basso reddito.  

Microcredito

per le aziende

 

Questo fenomeno è legato principalmente a un cambiamento nei prezzi: sebbene l’inflazione sia scesa nel settore alimentare, i costi dei servizi hanno continuato a crescere, mentre i salari non sono aumentati in modo diverso per i distinti settori della popolazione.  

Secondo i dati ufficiali in Argentina, che storicamente si distingue da altre nazioni latinoamericane per una classe media ampia e consolidata – con minori disuguaglianze sociali rispetto ad altre regioni – per i più poveri è cresciuto il potere d’acquisto ma le fasce medie sono un po’ più povere. 

L’INDEC segnala che nel terzo trimestre del 2024 la povertà generale è scesa al 38,3% e l’indigenza all’8,5% e questi valori segnano un miglioramento significativo rispetto al primo semestre del 2024, quando la povertà aveva raggiunto il 52,9%.  

La cifra del terzo trimestre del 2024 è simile a quella registrata nello stesso periodo dell’anno precedente (38,5%) e inferiore al 44,9% rilevato nel quarto trimestre del 2023. L’indigenza, che ha toccato il 18,1% nella prima metà dell’anno, si è ridotta all’8,5%, riportandosi ai livelli di inizio 2023. 

Però, nonostante i progressi, la povertà tra gli occupati ha visto un lieve aumento, arrivando al 29% rispetto al 28,1% registrato nel terzo trimestre del 2023. Tra i stipendiati, la povertà è passata dal 24,9% al 26,4%. Più in particolare, tra i lavoratori formali è passata dal 13,7% al 15,7%, mentre tra i lavoratori informali è aumentata dal 45,6% al 47,8%.  

Questo fenomeno è attribuibile anche alla continua crescita del costo dei servizi, che colpisce in modo particolare alla classe media, più che i settori a basso reddito, che spesso non pagano questi servizi. 

Un altro aspetto da tenere è che il miglioramento nelle percentuali di povertà e indigenza è anche il risultato di un forte incremento dell’assistenza sociale da parte dello Stato, destinato soprattutto ai settori disoccupati con figli a carico. 

In parallelo, il salario reale è aumentato di più nel settore informale che nel settore formale, favorendo una ripresa del potere d’acquisto per i lavoratori precarizzati. 

Finanziamenti e agevolazioni

Agricoltura

 

Nonostante questi sviluppi positivi, l’incidenza della povertà resta comunque alta. Se si applicano le percentuali del 38,3% di povertà e dell’8,5% di indigenza a tutta la popolazione argentina (47,1 milioni di persone), si stima che circa 18 milioni di persone vivano in povertà, di cui 4 milioni in condizioni di indigenza. 

Va anche sottolineato che il sistema ENGHo (Indagine Nazionale sulle Spese delle Famiglie), utilizzato dall’INDEC per rilevare questi dati, risale al 2005 e si basa su un Indice dei Prezzi al Consumo calcolato sul paniere dell’anno base 2016. 

Diversamente risulta all’Istituto di Statistica e Censimenti della Città Autonoma di Buenos Aires (IDECBA), che utilizza un IPC con base aggiornata al 2021, che mostrano una diminuzione della povertà, scesa al 32,1% (con una riduzione di 4 punti) nel secondo trimestre del 2024, ma comunque superiore al 25,9% (aumento di 2,2 punti) rispetto al terzo trimestre del 2023. L’indigenza (11%) è invece rimasta sopra il 10,1% dello stesso periodo del 2023. 

Secondo questi dati, nonostante sia considerata una delle zone del Paese con le migliori condizioni di vita, su 3.086.000 persone che vivono nella capitale, ben 868.000 sono povere (28,1%), di cui 527.000 vivono in condizioni di indigenza (17,1%). Tra i bambini e i giovani sotto i 17 anni, la povertà raggiunge il 42,6% (pari a 283.000 persone). 

Questo spiegherebbe la recente decisione del Governo di fare marcia indietro sull’aumento delle tariffe. Il ministro dell’Economia, Luis Caputo, che ha confermato che procederanno con maggiore cautela nel ridurre la spesa pubblica per i sussidi energetici, preferendo evitare un forte impatto sull’inflazione nei mesi che precedono le elezioni legislative di metà mandato. 

Nella comunicazione ufficiale è stato annunciato che la riduzione dell’aiuto statale per gli utenti a reddito medio e basso verrà “suddivisa in undici mesi”, anziché applicare il taglio in un colpo solo, come previsto inizialmente. Caputo ha ammesso che la decisione originale sia stata “un errore”, cercando di evitare ripercussioni più severe sulla popolazione, specialmente quella più vulnerabile. 

Richiedi prestito online

Procedura celere

 



Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link