E’ il borgo dello zafferano, una vera perla nel cuore dell’Abruzzo

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Incantevole, piccolo, ma prezioso, questo borgo merita una visita…

Ogni borgo ha qualcosa da raccontare, ha un paesaggio che lo identifica, ha i suoi sapori, le sue caratteristiche. Ci luoghi che sono noti per le loro tradizioni, quelli che si fanno amare per la loro ospitalità e quelli che incuriosiscono per motivi diversi. L’Abruzzo, per esempio, è una di quelle regioni che con i suoi borghi riesce a raccontare tutte le sue bellissime sfumature. E’ la regione che invita alla scoperta del suo mare in estate e la sua montagna in inverno. L’Abruzzo è anche una di quelle regioni in cui possono seguire degli itinerari tematici molto belli, interessanti e anche inediti..

L’Abruzzo e la strada dell’oro rosso

Se tante regioni sono caratteristiche per le strade dei vini, degli oli, in Abruzzo c’è una strada molto preziosa e particolare, è la strada dell’oro rosso, ovvero la strada dello zafferano. Si tratta di un itinerario che si sviluppa nella provincia dell’Aquila, in particolare tra il Parco regionale del Sirente-Velino e quello del Parco nazionale del Gran Sasso. E’ proprio qui che il paesaggio, degli incantevoli borghi hanno in comune quel fiore prezioso dagli stimmi rossi del fiore che colorano di viola, soprattutto in autunno, il paesaggio creando degli scenari davvero meravigliosi. Su questa strada ci sono tanti borghi e ben 51 attività compresi ristoranti, locande, strutture ricettive, aziende agricole e attività sportive in montagna che hanno come protagonista del loro essere lo zafferano. Dal cuore dell’Asia Minore, leggenda narra che lo zafferano giunse proprio a Navelli intorno al XIV-XV secolo, grazie ad un monaco domenicano appartenente alla famiglia Santucci di Navelli (AQ) il quale, di ritorno in Abruzzo nel suo paese d’origine, portò con sé alcuni bulbi che impiantò nei campi dell’altopiano dando avvio a quello che oggi è considerato un prodotto d’eccellenza regionale. E’ da questo momento che inizio’ la diffusione dello zafferano al punto che nel 1971 nacque la Cooperativa Altopiano di Navelli

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Navelli: il borgo dello zafferano

Tra i borghi dello zafferano quello che è un pò il fulcro è Navelli, il cui altopiano è considerato uno dei più ricchi per la coltivazione dello zafferano d’Abruzzo. Questo delizioso borgo fa parte del circuito dei Borghi più belli d’Italia e già la sua posizione dice tutto. Esso infatti si trova su un colle e quando la fioritura dello zafferano ha il suo culmine, nel mese di ottobre, sembra sospeso in una nuvola viola. Navelli è un dedalo di vicoli piccoli e ben curati e una passeggiata vi porterà subito in un clima fuori dal comune. Il silenzio e il relax vi faranno da guida in questo piccolo centro dove i gradini sono scavati nella roccia. Il suo centro storico è uno scrigno di bellezze artistiche e religiose. Da vedere l’elegante Palazzo Santucci, sorto sulle rovine dell’antica Fortezza medievale, la Chiesa di San Sebastiano in stile romanico, la Chiesa di Santa Maria in Cerulis che risale all’anno mille ed è la più antica di Navelli, Porta Castello, dove inizia la parte più antica del borgo e Palazzo Cappa, che fa bella mostra di sé con la cappella San Pasquale. La bellezza artistica si mescola a quella del sapore a Navelli e una gita si trasforma in un’esperienza sensoriale davvero unica.

Lo zafferano di Navelli diventa un’esperienza da vivere

Lo zafferano di Navelli non è solo una bella cosa da vedere o da assaggiare, ma qui si organizzano proprio delle esperienze per conoscere questo prezioso prodotto. Soprattutto nei mesi di ottobre e novembre, quelli della fioritura e raccolta, chi pianifica una gita nella piana di Navelli può partecipare ad una raccolta guidata organizzata dal Consorzio per la Tutela dello Zafferano dell’Aquila DOP. Ogni mattina all’alba è bellissimo vedere gli agricoltori che con le loro ceste di vimini raccolgono con attenzione questo fiore prima che il sole lo fa aprire. Dopo questa fase si può assistere al momento in cui i produttori della cooperativa si ritrovano a casa di uno di loro ed attorno ad un tavolo iniziano a separare gli stimmi dagli stami e dal fiore campanulato. Al termine si assisterà al momento dell’essiccazione che viene fatta su un setaccio sopra una brace di legna, la fase più delicata. A fine giornata, i produttori preparano per gli ospiti una ricetta tipica locale con lo zafferano appena raccolto.





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