Sicilia: Urso, polo Siracusa diventi modello di sostenibilità

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A Urso è stato presentato lo studio strategico sulla decarbonizzazione e la competitività del Polo Industriale di Siracusa promosso da Confindustria Siracusa in collaborazione con TEHA Group e sette aziende del Polo –Air Liquide, B2G Sicily, Buzzi Unicem, ISAB, Sasol, Sonatrach e Versalis. Con oltre 11 miliardi di euro di valore aggiunto generato annualmente (pari al 13,7% del PIL siciliano) e più di 40.000 occupati tra impiego diretto, indiretto e indotto, il Polo Industriale di Siracusa rappresenta un asset industriale di rilievo nazionale ed europeo, con un impatto significativo sulle filiere chimiche, della raffinazione e del cemento. Tuttavia, il contesto competitivo in cui opera risulta sempre più sfidante. Lo studio ha evidenziato come le aziende del Polo si trovino oggi in una condizione di pressione crescente, dovendo conciliare gli obiettivi europei di decarbonizzazione con la necessità di competere in mercati globalizzati, caratterizzati da regole meno stringenti e costi di produzione, soprattutto energetici, significativamente inferiori.
Tra i principali fattori di crisi evidenziati nello Studio emergono: il costo dell’energia non competitivo, infatti il prezzo dell’elettricità per le imprese italiane è 3,9 volte superiore rispetto agli USA, 4,5 volte rispetto all’India, 6,7 volte rispetto alla Cina e 7,3 volte rispetto alla Russia. Nel 2024, il prezzo dell’elettricità in Italia è aumentato del 36%, mentre quello del gas è cresciuto del 32%. A conferma di questo divario competitivo, il costo del gas in Italia presenta un valore che, ad oggi, supera del 400% quello registrato negli Stati Uniti. Inoltre, ci sono i costi delle emissioni e l’Ets europeo è almeno 5 volte superiore a quello di altri mercati regolati e potrebbe arrivare ad assorbire il 33% del valore aggiunto del Polo di Siracusa entro il 2030. Nello studio emerge anche che l’industria chimica ha visto una riduzione della produttività del 31% in Italia rispetto al 2018, mentre l’industria della raffinazione si trova ad affrontare una crisi strutturale con margini in calo e una crescente concorrenza internazionale. Nel settore del cemento, il costo di produzione è raddoppiato per via dell’ETS, comportando un’apertura verso le importazioni extra-EU. In parallelo, la generazione termoelettrica continua a svolgere un ruolo centrale per la sicurezza energetica e l’operatività industriale in Sicilia, ma le attuali condizioni di mercato ne compromettono la sostenibilità economica e la possibilità di continuare a servire gli usi industriali di energia elettrica e calore.
Lo Studio strategico prevede un piano di intervento articolato in tre fasi: nella prima, la salvaguardia della continuità produttiva del Polo e il processo di trasformazione in atto, accelerando gli investimenti già programmati, garantendo l’accesso sicuro e competitivo all’energia e assicurando tempi autorizzativi certi, nonché il supporto all’innovazione verso business sostenibili. Nella seconda, a breve termine, il Piano prevede che venga assicurato l’accesso a leve di decarbonizzazione competitive, come CCS e idrogeno blu, e incentivare la riconversione industriale verso filiere circolari e bio-based. Ed infine, collocare il Polo di Siracusa come catalizzatore della trasformazione industriale, promuovendo la produzione di materiali e vettori energetici sostenibili a beneficio della sostenibilità delle filiere delle catene del valore industriali.
La possibilità di realizzare questo Piano si fonda su due premesse fondamentali per la competitività dell’industria hard-to-abate: da un lato, la capacità di assicurare un accesso competitivo all’energia; dall’altro, la necessità di bilanciare le politiche di decarbonizzazione con quelle di competitività, garantendo una transizione sostenibile senza compromettere la solidità e lo sviluppo del sistema industriale. Infine, lo Studio presenta un set di 10 proposte per supportare il riposizionamento industriale del Polo, tra cui, di maggior rilievo: l’istituzione di un Tavolo permanente presso il Ministero delle Imprese e del Made in Italy (MIMIT), quale meccanismo di confronto continuativo e strutturato tra governo, imprese, sindacati e altri stakeholder con il compito di affrontare e coordinare le questioni legate alla competitività e sostenibilità del Polo, accelerando l’attuazione degli investimenti. Ed ancora: precise azioni per supportare l’accesso competitivo all’energia al fine di garantire la continuità industriale, superando il principio del “Do No Significant Harm” e sostenere lo sviluppo della Carbon Capture and Storage come leva di decarbonizzazione più efficiente. “È necessario – ha dichiarato il Presidente di Confindustria Siracusa, Gian Piero Reale – che si faccia utilizzo di tutti gli strumenti di aiuto che le Istituzioni possono mettere in campo a livello nazionale ed europeo per accompagnare i grandi poli industriali. Auspichiamo quindi che questo studio diventi uno strumento utile alle necessarie interlocuzioni con i Governi Nazionale e Regionale e un documento di supporto a chi dovrà discutere dei necessari aggiustamenti del Green Deal con l’Unione Europea. La decarbonizzazione del Polo Industriale di Siracusa può essere realizzata con un intervento urgente e concreto, che auspichiamo, attivando un programma di finanziamenti per accompagnare la transizione verso un futuro più sostenibile”. “Questo Studio Strategico offre una visione chiara e un piano concreto per abilitare una trasformazione industriale, energetica e sostenibile – ha dichiarato Alessandro Viviani, Associate Partner di The European House – Ambrosetti, che ha realizzato lo Studio, per cui “l’auspicio è che questo Studio non solo metta in luce le opportunità per supportare gli investimenti nel Polo di Siracusa, ma possa anche ispirare una riflessione pragmatica sul rapporto tra sostenibilità industriale e competitività a livello europeo”. (AGU(AGI) – Palermo, 7 feb. – E’ stato presentato al Ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso lo studio strategico sulla decarbonizzazione e la competitività del Polo Industriale di Siracusa promosso da Confindustria Siracusa in collaborazione con TEHA Group e sette aziende del Polo –Air Liquide, B2G Sicily, Buzzi Unicem, ISAB, Sasol, Sonatrach e Versalis. Con oltre 11 miliardi di euro di valore aggiunto generato annualmente (pari al 13,7% del PIL siciliano) e più di 40.000 occupati tra impiego diretto, indiretto e indotto, il Polo Industriale di Siracusa rappresenta un asset industriale di rilievo nazionale ed europeo, con un impatto significativo sulle filiere chimiche, della raffinazione e del cemento. Tuttavia, il contesto competitivo in cui opera risulta sempre più sfidante. Lo studio ha evidenziato come le aziende del Polo si trovino oggi in una condizione di pressione crescente, dovendo conciliare gli obiettivi europei di decarbonizzazione con la necessità di competere in mercati globalizzati, caratterizzati da regole meno stringenti e costi di produzione, soprattutto energetici, significativamente inferiori.
Tra i principali fattori di crisi evidenziati nello Studio emergono: il costo dell’energia non competitivo, infatti il prezzo dell’elettricità per le imprese italiane è 3,9 volte superiore rispetto agli USA, 4,5 volte rispetto all’India, 6,7 volte rispetto alla Cina e 7,3 volte rispetto alla Russia. Nel 2024, il prezzo dell’elettricità in Italia è aumentato del 36%, mentre quello del gas è cresciuto del 32%. A conferma di questo divario competitivo, il costo del gas in Italia presenta un valore che, ad oggi, supera del 400% quello registrato negli Stati Uniti. Inoltre, ci sono i costi delle emissioni e l’Ets europeo è almeno 5 volte superiore a quello di altri mercati regolati e potrebbe arrivare ad assorbire il 33% del valore aggiunto del Polo di Siracusa entro il 2030. Nello studio emerge anche che l’industria chimica ha visto una riduzione della produttività del 31% in Italia rispetto al 2018, mentre l’industria della raffinazione si trova ad affrontare una crisi strutturale con margini in calo e una crescente concorrenza internazionale. Nel settore del cemento, il costo di produzione è raddoppiato per via dell’ETS, comportando un’apertura verso le importazioni extra-EU. In parallelo, la generazione termoelettrica continua a svolgere un ruolo centrale per la sicurezza energetica e l’operatività industriale in Sicilia, ma le attuali condizioni di mercato ne compromettono la sostenibilità economica e la possibilità di continuare a servire gli usi industriali di energia elettrica e calore.
Lo Studio strategico prevede un piano di intervento articolato in tre fasi: nella prima, la salvaguardia della continuità produttiva del Polo e il processo di trasformazione in atto, accelerando gli investimenti già programmati, garantendo l’accesso sicuro e competitivo all’energia e assicurando tempi autorizzativi certi, nonché il supporto all’innovazione verso business sostenibili. Nella seconda, a breve termine, il Piano prevede che venga assicurato l’accesso a leve di decarbonizzazione competitive, come CCS e idrogeno blu, e incentivare la riconversione industriale verso filiere circolari e bio-based. Ed infine, collocare il Polo di Siracusa come catalizzatore della trasformazione industriale, promuovendo la produzione di materiali e vettori energetici sostenibili a beneficio della sostenibilità delle filiere delle catene del valore industriali.
La possibilità di realizzare questo Piano, spiega Confindustria, si fonda su due premesse fondamentali per la competitività dell’industria hard-to-abate: da un lato, la capacità di assicurare un accesso competitivo all’energia; dall’altro, la necessità di bilanciare le politiche di decarbonizzazione con quelle di competitività, garantendo una transizione sostenibile senza compromettere la solidità e lo sviluppo del sistema industriale. Infine, lo Studio presenta un set di 10 proposte per supportare il riposizionamento industriale del Polo, tra cui, di maggior rilievo: l’istituzione di un Tavolo permanente presso il Ministero delle Imprese e del Made in Italy (MIMIT), quale meccanismo di confronto continuativo e strutturato tra governo, imprese, sindacati e altri stakeholder con il compito di affrontare e coordinare le questioni legate alla competitività e sostenibilità del Polo, accelerando l’attuazione degli investimenti. Ed ancora: precise azioni per supportare l’accesso competitivo all’energia al fine di garantire la continuità industriale, superando il principio del “Do No Significant Harm” e sostenere lo sviluppo della Carbon Capture and Storage come leva di decarbonizzazione più efficiente. “È necessario – ha dichiarato il Presidente di Confindustria Siracusa, Gian Piero Reale – che si faccia utilizzo di tutti gli strumenti di aiuto che le Istituzioni possono mettere in campo a livello nazionale ed europeo per accompagnare i grandi poli industriali. Auspichiamo quindi che questo studio diventi uno strumento utile alle necessarie interlocuzioni con i Governi Nazionale e Regionale e un documento di supporto a chi dovrà discutere dei necessari aggiustamenti del Green Deal con l’Unione Europea. La decarbonizzazione del Polo Industriale di Siracusa può essere realizzata con un intervento urgente e concreto, che auspichiamo, attivando un programma di finanziamenti per accompagnare la transizione verso un futuro più sostenibile”. “Questo Studio Strategico offre una visione chiara e un piano concreto per abilitare una trasformazione industriale, energetica e sostenibile – ha dichiarato Alessandro Viviani, Associate Partner di The European House – Ambrosetti, che ha realizzato lo Studio, per cui “l’auspicio è che questo Studio non solo metta in luce le opportunità per supportare gli investimenti nel Polo di Siracusa, ma possa anche ispirare una riflessione pragmatica sul rapporto tra sostenibilità industriale e competitività a livello europeo”. (AGI)





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