AST, Ferranti e De Rebotti mettono il governo spalle al muro: tempo scaduto per l’accordo

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Acciai Speciali Terni di nuovo sulla graticola. Istituzioni e sindacati serrano i ranghi e pretendono risposte senza più scuse. Il presidente della Provincia di Terni, Francesco Maria Ferranti, e l’assessore regionale Francesco De Rebotti non stanno a guardare: la firma dell’accordo di programma va fatta, e subito. Nessuno ha più intenzione di aspettare mentre il tempo scorre e l’incertezza pesa come un macigno sullo stabilimento.

Incontro tra istituzioni e sindacati: AST sotto i riflettori

A Terni, nella sede regionale, si è tenuta una riunione tesa come una corda di violino. Attorno al tavolo, Ferranti, il sindaco Stefano Bandecchi, l’assessore comunale Sergio Cardinali e l’assessore regionale Francesco De Rebotti, insieme ai sindacati Fim, Fiom, Uilm, Fismic e Ugl. Un parterre che non ha certo perso tempo in convenevoli. La parola d’ordine è stata una sola: basta rinvii.

Il nodo centrale resta il futuro di Acciai Speciali Terni. Il futuro di Acciai Speciali Terni. Il rischio che il tempo giochi contro lavoratori e aziende dell’indotto è più che concreto. Un ritardo nella firma dell’accordo significherebbe tagli pesanti e ridimensionamenti per un comparto che già cammina su un filo sottile. Lo spettro della crisi aleggia sulla città, mentre gli attori in campo tentano di scongiurare lo scenario peggiore.

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Ferranti, nessun ritardo tollerato: l’accordo di programma va chiuso

Dall’incontro è emersa una posizione netta: basta rinvii, la firma dell’accordo non può più essere trascinata nel tempo. “Si è ribadita la priorità che, a prescindere dalla questione dei costi energetici, l’accordo venga firmato e ne venga reso noto il contenuto”, ha dichiarato Ferranti. Il documento serve a dare stabilità alla produzione e ai lavoratori, evitando un ulteriore stallo che rischia di ingessare l’intero comparto.

L’attesa si trascina da tre anni, un’eternità per chi vive nell’incertezza. I sindacati non vogliono più sentir parlare di scuse e dilazioni: il governo deve agire e mettere nero su bianco gli impegni presi. Nessuno ha intenzione di subire un altro rinvio mentre il destino di AST resta sospeso.

Sciopero imminente se non arrivano risposte

Se entro febbraio l’accordo non sarà nero su bianco, i sindacati accenderanno la miccia con otto ore di sciopero da mettere in calendario entro marzo. “Non è possibile che dopo tre anni si continui a navigare nell’incertezza”, tuonano le sigle sindacali, pretendendo risposte definitive su produzione, ambiente e occupazione.

Ma non finisce qui. Nessuno esclude di alzare il tiro, coinvolgendo altre realtà produttive del territorio in una mobilitazione più ampia. Per i sindacati, AST è un pezzo grosso dell’industria nazionale e la sua continuità non si baratta con politiche industriali traballanti o promesse a vuoto.

AST e il nodo degli investimenti: le parole di Ferranti

Il futuro di Acciai Speciali Terni si gioca su più fronti e il pressing sulle istituzioni non si ferma. Serve un impianto competitivo, sicuro e con infrastrutture adeguate. Ferranti ha messo in chiaro che senza interventi concreti il rischio è quello di affossare il territorio. Il potenziamento delle infrastrutture e il sostegno alle aziende dell’indotto non sono più optional, ma condizioni essenziali per non trasformare lo stabilimento in un pezzo di archeologia industriale.

L’azienda, intanto, aspetta che il governo dia segnali concreti sugli investimenti promessi. I vertici vogliono certezze sulle misure di sostegno, in particolare per la transizione ecologica e il taglio ai costi energetici. Senza risposte, i progetti di sviluppo restano fermi al palo e con loro il destino di centinaia di lavoratori.

De Rebotti: trasparenza e condivisione sul piano industriale

L’assessore regionale ha ribadito che i contenuti dell’accordo di programma devono essere resi pubblici e discussi apertamente con lavoratori e istituzioni locali. “I contenuti vanno partecipati anche alla comunità dei lavoratori e a quella territoriale e regionale”, ha affermato, mettendo sul tavolo un tema che da troppo tempo resta nel vago. Il documento dovrà contenere misure concrete per il taglio dei costi energetici e la gestione della discarica di Prisciano.

Le istituzioni locali hanno già avanzato proposte per garantire che l’impianto resti competitivo, evitando il declino di un settore chiave per l’economia regionale. Il problema non è solo nelle mani dell’azienda, ma dipende anche dalle scelte del governo e dalle risorse che deciderà di destinare alla siderurgia nazionale. Servono azioni, non dichiarazioni.

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Pressione sulla politica nazionale ed europea: AST non può aspettare

Nei prossimi giorni, i parlamentari nazionali ed europei eletti in Umbria entreranno in partita per fare il punto sull’accordo. AST non può restare appesa alle incertezze politiche mentre il tempo scorre. La firma entro febbraio non è più una richiesta, ma una necessità per evitare ripercussioni sull’industria locale e sull’intera economia regionale.

La partita sull’acciaio si gioca su più tavoli, da Roma a Bruxelles, e nessuno può permettersi di sottovalutarla. AST è un perno della siderurgia italiana ed europea, e il suo destino non può essere lasciato alla deriva. La pressione sulle istituzioni si fa sempre più intensa, perché quello che succede a Terni non riguarda solo la città, ma tutto il settore manifatturiero del paese.



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