«Stupendo il gol di Krstovic, ma brilla ancora quello di Chevanton. Sempre a Parma, a distanza di quattordici anni». Parole di Gigi De Canio. Era il 2 febbraio del 2011. Si carica di entusiasmo, il tecnico materano quando ti racconta quella prodezza di Chevanton. «Olivera fece il lancio, sembrava che la palla si perdesse sul fondo. Chevanton era entrato da poco e fece un guizzo incredibile, lo specchio della porta era invisibile, indirizzò il pallone sul palo opposto. Ci vuole una grande sensibilità in quel momento. Non me ne voglia il bravissimo Krstovic, autore di un gran bel gol che gli auguro di ripetere contro il Bologna, ma quello del mio Chevanton rimane insuperabile e me lo porto nella memoria non solo delle mie stagioni leccesi, ma della mia carriera». E applaude ancora il suo Chevanton, De Canio. «Sancì la nostra salvezza nei minuti finali contro il Napoli, avevamo battuto anche Juventus e Udinese, vittorie tutte belle, importanti».
Dal passato al presente. Da grande tifoso giallorosso. Chevanton e Krstovic, storie di ieri, storia di oggi. «Grandi tutti e due. Cheva ha lasciato il segno, Krstovic ha un grande futuro. Il Lecce ha fatto benissimo a non cederlo, è in fase di maturazione tecnico-tattica. Ha la fortuna di avere un grande maestro come Giampaolo, un esperto con una straordinaria capacità di cogliere il meglio da ogni calciatore e farlo crescere sotto ogni aspetto, tecnico ed umano. La competenza dell’uomo e del professionista va oltre i luoghi comuni. Ha valorizzato giocatori che stavano fermi. Io credo in Giampaolo sulla via della salvezza, che il Lecce peraltro sta dimostrando di meritare».
E intanto arriva al Via del Mare un Bologna in grandissima forma, con il morale a mille dopo il successo di Bergamo contro l’Atalanta che lo ha promosso in semifinale di Coppa Italia. «È il Bologna di Italiano, un allenatore capace di grandi equilibri tattici, e di una importante garanzia atletica per le sue squadre. Un Bologna che ha un organico di primo piano, giocatori che affondano come Castro, che in Argentina chiamano Lautarito. Sarà una partita molto interessante dal punto di vista spettacolare, considerato che Giampaolo ha già dimostrato che il suo Lecce non rinuncia mai al gioco, una prerogativa importante per il tecnico e per le sue squadre. A me pare un Lecce più ricco, quello che è uscito dal mercato. Mi pare più coperto in ogni ruolo, lo ha dimostrato già a Parma, dove con la terza vittoria esterna ha ribadito di essere una squadra corsara con personalità. È anche vero che i leccesi giocano in casa anche quando sono in trasferta. Ricordo bene il tifo giallorosso quando giocavamo lontano dal Via del Mare, in qualsiasi parte d’Italia avevamo sempre tanti sostenitori. In casa c’è il calore straordinario della Curva in uno stadio sempre pieno di tifosi che sanno dare un contributo determinante sul piano psicologico per la squadra».
Sottolinea, De Canio, anche l’importanza di certi recuperi che allargano le potenzialità di una squadra che ha sfruttato l’ultima finestra di mercato. «Un mercato importante. Se è vero che non ci sarà più Dorgu, la cui cessione al Manchester la dice lunga sulle abilità corviniane e societarie, è vero che in entrata il Lecce abbia svolto un lavoro egregio per il potenziamento della rosa, con almeno uomini in ogni reparto, con gente che promette molto e che consentirà al tecnico di giocare, come sa fare lui, con le sostituzioni nel corso della gara. Il recupero di Banda poi è una ricchezza sul piano della produzione offensiva. Il ritorno di uno come Berisha, altro giovane per il quale è facile prevedere lo stesso cammino di Dorgu, sarà una garanzia in più». E sottolinea ancora altri aspetti, De Canio, sulla base dei ricordi dei suoi anni in giallorosso, da allenatore-manager con la Coppa delle Ali della Vittoria per la promozione diretta in serie A e la salvezza con una giornata di anticipo. «Dal punto di vista ambientale Lecce credo che sia davvero il massimo, un motivo di orgoglio per il Sud, la gestione di Saverio Sticchi Damiani rappresenta la continuità come stile con la famiglia Semeraro, è un nuovo corso che sa coniugare i valori umani, sociali, con gli aspetti tecnici. È un Lecce sulla strada giusta per un futuro prestigioso e importante. La squadra risente di una situazione di grandi equilibri e competenze. È un Lecce che continua a crescere anno dopo anno. Di fronte, domenica ci sarà una squadra, il Bologna, che racconta storie importanti, con Corvino nel ruolo di ex che ha lasciato segni che non si dimenticano e che sta garantendo adesso al Lecce un domani di grandi speranze. Lecce-Bologna è qualcosa di più di una partita di calcio, proprio grazie ai valori non solo delle due squadre, ma anche delle due società».
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