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LADISPOLI – La villa degli “orrori” andrà all’asta. Era di proprietà dei Ciontoli, intera famiglia finita in carcere per l’omicidio di Marco Vannini avvenuto la sera del 17 maggio del 2015. È in quell’abitazione di via De Gasperi, a Ladispoli, che Antonio Ciontoli ferì mortalmente con la pistola il ragazzo 20enne di Cerveteri senza soccorrerlo, così come la moglie Maria Pezzillo e i figli Federico e Martina, quest’ultima ex fidanzata di Marco e tutti condannati per omicidio volontario con dolo eventuale. È stato un sito di compravendite immobiliari a pubblicare la base d’asta a 157mila euro. E il ricavato solo in teoria andrebbe alla famiglia Vannini per il risarcimento perché in realtà ci sono da considerare le spese bancarie e gli interessi quindi i genitori della vittima avranno un piccolo indennizzo rispetto alla cifra complessiva. «In realtà – precisa Alessandro Gnazi, legale dei Vannini – i Ciontoli, circa un mese dopo il delitto, presero 80mila euro in prestito dalla banca e misero come garanzia proprio la loro casa. L’ipoteca era stata fissata al doppio, solo che poi non hanno provveduto al pagamento delle rate e, di fatto, si sono disfatti di un bene importante per il risarcimento della famiglia di Marco. Perciò, in parole povere, quasi tutti i soldi relativi all’asta andranno alla banca per la restituzione del prestito mai pagato e non direttamente ai Vannini che ne avranno solo una piccola parte, che potrà variare a seconda del prezzo di vendita all’asta. In ogni caso la grave anomalia di questa vicenda è che la banca, nonostante i Ciontoli non abbiano pagato le rate del mutuo, non si sia mai attivata per ottenere la restituzione del prestito: è stata la famiglia Vannini a dover iniziare la procedura esecutiva, affrontando, quindi, anche le conseguenti spese per il giudizio». La casa è disabitata da anni naturalmente, anche prima della condanna definitiva in Cassazione i Ciontoli si erano trasferiti altrove lasciando Ladispoli e dividendosi tra Caserta e Roma non sopportando più la presenza dei cronisti in via De Gasperi. Il 3 maggio 2021 l’atto finale con la sentenza degli ermellini: Antonio Ciontoli condannato a 14 anni, la moglie, Maria Pezzillo e i figli, Martina e Federico a 9 anni e 4 mesi. Qualche anno fa di fronte all’abitazione è stata affissa una targa dedicata a Marco Vannini.
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