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Stipendi 2025, 100 euro in più al mese in busta paga con il taglio del cuneo fiscale e Irpef: ecco chi ne beneficerà #finsubito prestito immediato

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Con la nuova Legge di bilancio per il 2025 arriva la conferma del mantenimento sia del taglio del cuneo fiscale che della rimodulazione dell’Irpef. Il Governo, infatti, ha deciso di stabilizzare queste iniziative, determinando quindi una diminuzione delle imposte per coloro che abbiano un reddito annuo fino a 35mila euro.
Secondo alcune previsioni, il risparmio mensile dovrebbe essere superiore ai 100 euro. Tuttavia, l’effettiva entità delle riduzioni andrà valutata caso per caso, tenendo conto del reddito di ciascun contribuente.
Una novità interessante riguarda la modifica del meccanismo di applicazione dello sgravio fiscale: verrà introdotta una sorta di “cuscinetto” per i redditi tra 35mila e 40mila euro l’anno. Questo consentirà di ampliare la platea dei beneficiari, prevedendo al contempo una riduzione graduale per chi rientra in questa fascia di reddito. L’obiettivo è evitare che, una volta superata la soglia dei 35mila euro, si verifichi un improvviso aumento della tassazione.

Viene, quindi, confermato lo sgravio contributivo del 7% in busta paga per i contribuenti che guadagnano meno di 20mila euro. Per chi ha un reddito superiore, invece, in sostituzione dello sgravio verrà introdotto un incremento delle detrazioni sul reddito da lavoro dipendente. Questo determinerà una riduzione dell’Irpef. In questo modo, quindi, non verranno diminuiti i contributi previdenziali, ma si verificherà un abbassamento delle tasse.
Per i redditi compresi tra 20mila e 25mila euro, continuerà ad applicarsi uno sgravio del 7% sui contributi, mentre con riferimento ai redditi tra 25mila e 35mila euro l’ammontare dello sgravio sarà pari al 6%. Questo sistema progressivo mira a scongiurare l’effetto “scalone”, che ha rappresentato un ostacolo per i datori di lavoro, i quali non concedevano aumenti salariali per evitare che gli stessi lavoratori subissero penalizzazioni economiche.
Il nodo da sciogliere, tuttavia, riguarda le risorse finanziarie, che allo stato sono piuttosto limitate. Ciò potrebbe determinare l’impossibilità di estendere tali misure su larga scala.

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Tra gli obiettivi dell’esecutivo, uno dei più importanti riguarda la rimodulazione dell’Irpef, per cui l’idea è quella di elevare la soglia dell’aliquota intermedia del 35% fino a 55mila euro. Tale intervento riguarda circa 440mila contribuenti, i quali potrebbero risparmiare tra 80 e 400 euro all’anno.
Quanto invece alla questione dello “scalone”, che ha ostacolato gli aumenti salariali, essa sarà risolta introducendo ulteriori sgravi: chi guadagna poco oltre i 35mila euro potrebbe ottenere circa 99 euro in più al mese, anche se il beneficio si ridurrà progressivamente, fino a scomparire per i redditi che raggiungono i 40mila euro. In questo modo il governo vuole impedire che gli aumenti di stipendio possano determinare una diminuzione del reddito disponibile per i lavoratori.

Nessuna variazione, invece, è prevista per le aliquote Irpef che, anche per il 2025, saranno pari al 23% per i redditi fino a 28mila euro, 35% per quelli tra 28mila e 50mila euro e 43% per chi guadagna oltre i 50mila euro. Tale meccanismo garantirà ai contribuenti un risparmio annuale fino a 260 euro.
Inoltre, nel 2025 le Regioni dovranno adeguare le loro addizionali Irpef ai tre scaglioni sopra indicati. Tuttavia, con riferimento alle Regioni in maggiori difficoltà economiche (specialmente quelle del Sud), ciò potrebbe determinare l’introduzione di aliquote più elevate, al fine di compensare la riduzione di entrate fiscali.
Nelle intenzioni del governo, inoltre, vi è quella di abbassare l’aliquota media dell’Irpef (ovvero per chi ha un reddito tra i 28mila e i 50mila euro) dal 35% al 33%.
Tale riduzione rappresenta sicuramente una buona soluzione; tuttavia, secondo alcune stime del Consiglio nazionale dei commercialisti, i vantaggi sarebbero piuttosto limitati per i soggetti con redditi più bassi. Infatti, con un reddito di 29mila euro, il risparmio sarebbe di soli 10 euro l’anno, mentre chi guadagna 55mila euro potrebbe beneficiare di uno sconto fino a 670 euro. Il costo per lo Stato sarebbe di circa 2,2 miliardi di euro, la maggior parte dei quali finirebbe nelle tasche dei contribuenti con redditi più alti.





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