l’intelligenza artificiale come motore di cambiamento

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“L’intelligenza artificiale non ti ruberà il lavoro. Una persona che usa bene l’AI, però, potrebbe prendere il tuo posto”. Lo ha affermato qualche mese fa in un’intervista al New York Times il co-Ceo di Netflix Ted Sarandos e anch’io lo penso: il futuro apparterrà a coloro che sapranno padroneggiare al meglio questa nuova, potente tecnologia.

Le applicazioni dell’AI spaziano dall’economia alla finanza, con sistemi in grado di prevedere andamenti di mercato e ottimizzare gli investimenti, dall’industria, dove robot intelligenti migliorano la produttività e la sicurezza, alla sanità, con algoritmi che supportano diagnosi mediche e personalizzano i trattamenti.

Anche il commercio ne trae beneficio, basti pensare agli strumenti per l’analisi dei comportamenti d’acquisto o per la gestione intelligente delle scorte, mentre nel settore dell’intrattenimento l’AI sta rivoluzionando la produzione di contenuti, dai film ai videogiochi, e l’esperienza degli utenti. La necessità di ripensare i nostri modelli di sviluppo è evidente: dalla progettazione delle città al rapporto tra aree urbane e rurali, fino alla creazione di sistemi produttivi innovativi e sostenibili.

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Uno studio recente di Microsoft e The European House Ambrosetti, dal titolo ‘AI 4 Italy’, stima che, nel nostro Paese, l’AI generativa possa avere un impatto economico annuale di 312 mld di euro, pari al 18,2% del Pil. Secondo McKinsey, entro cinque anni, il 70% delle aziende integrerà l’intelligenza artificiale nei processi quotidiani, con un impatto diretto su oltre la metà delle mansioni attuali.

L’adozione di questa tecnologia richiederà, quindi, competenze avanzate e un approccio interdisciplinare per affrontare questioni etiche, giuridiche e sociali. La protezione dei dati personali, il controllo umano sulle macchine e l’utilizzo responsabile dell’intelligenza artificiale sono solo alcune delle sfide che le imprese e le istituzioni devono affrontare.

In questo contesto, la necessità di acquisire competenze digitali è particolarmente urgente, in particolare per il nostro Paese, che occupa ancora il quint’ultimo posto per competenze digitali di base nell’indice Desi, lo strumento della Commissione europea che misura il livello di digitalizzazione dell’economia e della società nei Paesi dell’Ue.

Inoltre, Mario Draghi nel suo rapporto sulla competitività europea ha evidenziato che il 77% dei neoassunti non possiede le competenze richieste dalle aziende, e due lavoratori su cinque mancano delle digital skill di base. Questa lacuna rappresenta un freno significativo agli investimenti delle imprese e alla loro capacità di innovare. Per restare competitivi sul mercato globale, è indispensabile colmare questo divario formativo, creando un ecosistema capace di supportare l’adozione dell’AI in modo efficace e responsabile.

Per far questo, puntare solo sulle competenze tecniche non è sufficiente. Per governare la nuova tecnologia, sarà sempre più importante che alle cosiddette ‘hard skill’ si affianchi lo sviluppo di quelle capacità tipicamente ‘umane’ che vanno dal pensiero critico alle abilità di problem solving, fino alla visione strategica e creativa. Il mercato del lavoro richiederà, ad esempio, manager che interpretino gli input delle macchine per tradurli in decisioni efficaci per il business, sociologi in grado di utilizzare gli algoritmi per analizzare i dati e creare nuovi modelli, professionisti della comunicazione che sappiano fare leva sull’AI per potenziare le loro capacità, esperti di diritto che conoscano la cybersecurity e le implicazioni etiche e regolamentari delle nuove tecnologie.

È per questo motivo che, in Luiss, abbiamo reso obbligatorio un badge di ‘AI Literacy’, che certifica le skill digitali sviluppate da tutti gli iscritti alle lauree magistrali, con l’obiettivo di estenderlo presto anche agli altri studenti. Non solo. L’Università ha recentemente lanciato il centro di ricerca ‘AI4Society’. Questo progetto innovativo si propone di studiare l’impatto delle tecnologie di intelligenza artificiale sulla società, integrando scienze tecnologiche e sociali per promuovere un dialogo tra innovazione e valori umani.

Le aree di ricerca affrontano temi chiave: dagli algoritmi alle interazioni uomo-macchina, dall’etica al design responsabile di tecnologie AI. Il centro mira a rispondere non solo alle esigenze delle imprese, ma anche alle domande che emergono dalla società civile, contribuendo a una comprensione più ampia del ruolo dell’AI nel nostro quotidiano.

Attraverso collaborazioni con partner nazionali e internazionali, ‘AI4Society’ si propone di esplorare nuovi modelli di governance digitale che possano garantire un utilizzo equo e inclusivo di queste tecnologie. L’obiettivo è ambizioso: diventare un punto di riferimento internazionale per lo studio delle implicazioni dell’AI e per lo sviluppo di tecnologie socialmente responsabili. Inoltre, il centro mira a creare un hub per la collaborazione con università, istituzioni, organizzazioni e imprese, sia in Italia che all’estero, per affrontare le sfide della trasformazione digitale.

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L’investimento strategico nella formazione e nella ricerca è la chiave per fare in modo che l’intelligenza artificiale diventi un motore di crescita sostenibile per la società. Questo significa supportare le nuove generazioni nel loro percorso di apprendimento, fornendo loro strumenti adeguati a navigare le complessità del mondo digitale. Per coglierne i vantaggi, infatti, non è sufficiente adattarsi al cambiamento; occorre anticiparlo e guidarlo.

Giuseppe Francesco Italiano

Prorettore per l’Artificial Intelligence e le Digital Skills, Università Luiss Guido Carli

 È laureato in Ingegneria elettronica presso l’Università di Roma ‘La Sapienza’. Dopo aver conseguito un PhD in Computer science presso Columbia University, ha lavorato come Research staff presso il T. J. Watson research center dell’Ibm, a Yorktown Heights, Usa, ed è poi rientrato in Italia come professore ordinario. Attualmente è professore ordinario di Ingegneria informatica e prorettore per l’Artificial Intelligence e le Digital Skills alla Luiss Guido Carli, dove è anche direttore del Master in Cybersecurity, del Master in Intelligenza artificiale e del nuovo centro di ricerca ‘AI4Society’.



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