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Tavolo moda in Regione, voce unica per la Toscana #finsubito prestito immediato


Una riunione per accordare i suoni e mettere in chiaro che sul sistema moda il “sistema Toscana” rivendica di voler parlare con una voce unica e forte: il primo risultato del tavolo convocato dalla Regione Toscana con istituzioni, associazioni di categoria e sindacati, una volta ricordati gli interventi più urgenti per alleviare le attuali difficoltà delle aziende, è quello di promuovere un nuovo tavolo, più allargato, e in seguito un vero e proprio forum in cui approfondire il dibattito. Le misure discusse al tavolo convocato dopo la manifestazione di Firenze, quelle, sono già note: ammortizzatori sociali, incentivi per le imprese, interventi per la formazione.

La Regione punta sull’utilizzo dei fondi europei

“Abbiamo messo a punto interventi che possiamo e dobbiamo fare”, ha spiegato il governatore Eugenio Giani, secondo cui “occorre richiamare il governo a interventi rapidi, a partire dalla legge di bilancio, finanziando accanto ad ammortizzatori sociali ad hoc, che siano effettivamente applicabili e adeguati, anche misure di moratoria del credito e degli oneri fiscali”. Ma anche “interventi sul piano della formazione a cui possiamo ricorrere con i fondi europei”, dice Giani, e “interventi sul piano degli incentivi alle imprese che con i fondi ‘tosco-europei’ di sviluppo, ricerca ed innovazione, possono sostenere le imprese in questo momento più delicate. Abbiamo anche verificato che è molto importante una capacità di pressione nell’interesse del sistema moda in Toscana sulla legge finanziaria che il Parlamento si appresta a discutere ed approvare”.

Per questo motivo la prossima riunione del tavolo, che si è aggiornato a lunedì 25 novembre, è aperto anche ai parlamentari ed europarlamentari toscani, oltre al direttore di Irpet e ai vertici toscani di Bankitalia. La riflessione, per il governatore toscano, “dovrà anche toccare l’interlocuzione con i grandi gruppi nazionali e stranieri attivi in Toscana che hanno un grande ruolo sulle dinamiche dell’intera filiera”. Giani ha annunciato che “a metà dicembre convocheremo un vero e proprio forum in cui approfondire il dibattito, aprendolo al più ampio numero di voci per discutere sugli interventi che lo Stato, la Regione, i Comuni possono prendere per fronteggiare una crisi divenuta strutturale a causa di fattori geopolitici e dei cambiamenti dei consumi”.

Confindustria Toscana chiede più strumenti

Sulla stessa linea si pone Confindustria Toscana: per il suo presidente Maurizio Bigazzi “servono più strumenti, anzitutto per superare il momento di crisi contingente, a partire dagli ammortizzatori sociali per tutte le imprese e per un periodo più lungo, fino alle moratorie fiscali e sul credito”. Su questo “dobbiamo continuare a lavorare insieme per far sentire le nostre istanze al governo nazionale”, ha aggiunto Bigazzi, secondo cui “poi occorre accompagnare le imprese nella trasformazione dei modelli produttivi, in relazione ai cambiamenti dei mercati. Serve anche più formazione per gli imprenditori e per i lavoratori, finalizzata anche alla riqualificazione del personale necessaria a traghettare le professionalità oltre la crisi evitando di disperderle”.

Allo stesso modo, ha sottolineato il presidente di Confindustria Toscana, sono necessarie “misure di sostegno agli investimenti e all’innovazione per evitare che, soprattutto, le aziende della filiera della moda con maggiori difficoltà, non riescano a restare al passo con le transizioni digitali e green. Sul piano nazionale – ha concluso – abbiamo chiesto che la Regione intervenga per favorire la risoluzione dell’annosa questione del recupero del credito di imposta Ricerca & Sviluppo per le imprese del settore tessile e moda, utilizzato a sostegno delle spese per attività afferenti alle fasi di ricerca e ideazione estetica nonché di realizzazione dei prototipi nel periodo 2015-2019. Sarebbe un segnale importantissimo anche questo”.

Non ci sono soltanto i rappresentanti delle manifatture a invocare misure di sistema: “In ballo c’è il futuro – ha spiegato Paolo Mantovani, presidente di Federmoda Confcommercio Toscana – del comparto produttivo e del tessuto commerciale, dei tanti negozi piccoli e grandi che animano le nostre città. Ottima l’idea di istituire un Osservatorio, ma deve essere esteso al mondo del retail, che riesce a misurare in tempo reale l’andamento della moda a livello internazionale, sia attraverso i negozi fisici sia attraverso i marketplace online”.

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Prato reclama attenzione dal governo

Le istituzioni locali non nascondono comunque una certa preoccupazione. “Al momento le richieste del distretto pratese sono cadute nel vuoto e le otto settimane di Cig non sono utilizzabili perché mancano i decreti applicativi”, lamenta l’assessora alle attività produttive del Comune di Prato, Benedetta Squittieri. “Ad oggi – dice – il distretto tessile ha ricevuto solo no dal governo. A quanto pare non c’è la consapevolezza che serva una risposta immediata”.

Oltre al rifinanziamento della cassa integrazione in deroga, l’imprenditoria pratese ha chiesto la moratoria sugli F24 per il 2025, la risoluzione del credito d’imposta per ricerca e sviluppo con una formula di saldo e stralcio al 50%, e il rifinanziamento del credito d’imposta al 50% per investimenti nell’Industria 4.0. Al contrario, ha spiegato Squttieri, “siamo molto interessati alle misure che sia il presidente Giani che l’assessore Marras hanno citato. Si tratta di un sostegno agli investimenti del distretto attraverso una forma negoziale così come previsto dall’ultima modifica delle norme regionali. Sarebbe uno strumento sfidante anche per le filiere, ma necessario per lavorare fin da oggi sulle prospettive del nostro settore”.

Dal canto suo, la Cgil Toscana sottolinea i temi chiave del sistema moda su cui insistere: la tutela dei livelli occupazionali da parte delle imprese della filiera attraverso un’equilibrata gestione degli ordinativi, politiche di forte contrasto all’illegalità e allo sfruttamento lavorativo, la qualificazione e il tracciamento della filiera nonché la corretta applicazione contrattuale, l’individuazione dei fabbisogni formativi e delle relative iniziative di formazione, il supporto ai processi di aggregazione e di innovazione, strumenti di sostegno finanziario ai lavoratori in difficoltà





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