Verso nuove energie sostenibili: Hernán Asto e l’energia della natura

Effettua la tua ricerca

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#finsubito

Prestito personale

Delibera veloce

 


di Roberto Malini

Nel panorama delle energie rinnovabili, una scoperta sorprendente arriva dal Perù, grazie all’ingegno di Hernán Asto, ingegnere civile ayacuchano e fondatore di Alinti. Asto, sin dai suoi studi, ha mostrato una profonda attenzione ai problemi delle comunità rurali isolate, prive di accesso all’energia elettrica. Dopo anni di ricerca, ha sviluppato una tecnologia che sfrutta un principio antico quanto la vita sulla Terra: la fotosintesi. Il suo sistema, chiamato Alinti, è una cella bioelettrica che genera energia elettrica utilizzando le proprietà del suolo e delle piante. Questo innovativo approccio ha ricevuto riconoscimenti internazionali, tra cui il prestigioso Global eAwards 2024 della Fondazione NTT DATA.

Il cuore del sistema Alinti si basa su una reazione elettrochimica naturale. Il dispositivo raccoglie elettroni prodotti dalla decomposizione della materia organica presente nel suolo attraverso un processo di ossidazione riduzione (REDOX). Gli elementi chiave del sistema sono gli elettroliti naturali nel terreno, che sfruttano i processi biologici del suolo per generare energia; gli elettrodi in grafite, che catturano gli elettroni rilasciati dai microrganismi decompositori e i microrganismi attivi, che facilitano la degradazione della materia organica e potenziano il flusso di elettroni.

Microcredito

per le aziende

 

Questo processo produce una corrente continua a bassa intensità, sufficiente per alimentare dispositivi a bassa potenza come lampade LED, sensori ambientali e piccoli elettrodomestici.

Ad oggi, la tecnologia Alinti è particolarmente utile nelle aree remote prive di accesso alla rete elettrica. Secondo le stime dell’ONU, circa 675 milioni di persone nel mondo non dispongono di elettricità. In questi contesti, Alinti rappresenta una soluzione pratica, accessibile ed ecologicamente sostenibile, con benefici immediati. Nell’illuminazione domestica, Alinti può sostituire le lampade a cherosene, riducendo i rischi di incendi e le emissioni tossiche. Come supporto all’agricoltura, grazie ai sensori autoalimentati, può monitorare umidità e fertilità del suolo; nei campi della sanità e dell’istruzione, Alinti è in grado di alimentare dispositivi di comunicazione e piccoli strumenti medici.

Uno dei punti di forza di Alinti è la sua assoluta sostenibilità ambientale. A differenza delle altre fonti energetiche, non richiede combustibili fossili, non emette CO₂ e non produce rifiuti tossici. Inoltre, non ha bisogno di batterie inquinanti, riducendo l’impatto dei rifiuti elettronici. Rispetto a pannelli solari e turbine eoliche, non dipende da condizioni atmosferiche variabili, rendendolo particolarmente affidabile in ambienti rurali.

Sebbene Alinti non possa ancora sostituire le fonti di energia su larga scala, la tecnologia ha un enorme potenziale di evoluzione. Con l’integrazione di nanotecnologie e biomateriali avanzati, si potrebbero sviluppare dispositivi più efficienti e potenti. Sono già state identificate aree di ricerca per le quali si possono ipotizzare sviluppi importanti. Per esempio, grazie a elettrodi ad alta conducibilità: materiali come il grafene potrebbero aumentare la capacità di raccolta degli elettroni. L’eventuale impiego di batteri ingegnerizzati, di ceppi geneticamente modificati, potrebbe consentirci di mettere a punto metodi per massimizzare la produzione bioelettrica. Infine, l’uso di microgeneratori modulari ovvero di strutture scalabili per migliorare l’efficienza energetica, renderebbe più efficiente e produttivo il sistema.

Nel futuro, la bioelettricità potrebbe diventare un elemento complementare alle rinnovabili tradizionali, alimentando città intelligenti, sensoristica diffusa e dispositivi medici portatili e in particolare la bioelettricità di Alinti rappresenta, in prospettiva, una prova della straordinaria sinergia tra scienza e natura. Pur non essendo ancora una soluzione per la produzione di energia su vasta scala, il sistema ha già dimostrato il suo valore per le comunità rurali, con applicazioni che potrebbero espandersi e rivoluzionare il settore energetico nei prossimi anni. Con ulteriori investimenti in ricerca e sviluppo, potremmo essere di fronte a una nuova frontiera della sostenibilità energetica.

Foto, per cortesia di Hernán Asto



Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Prestito personale

Delibera veloce

 

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link