Gli incentivi riguardano l’acquisto di veicoli (auto, motocicli, ciclomotori, veicoli commerciali) definiti “non inquinanti” in base ad alcuni parametri standard. Consistono in uno sconto molto generoso sull’acquisto, proporzionale alla classe di omologazione del veicolo nuovo: si può arrivare anche a 13 mila euro, rottamando la vecchia automobile e sostituendola con una vettura elettrica, o anche a 2 mila euro per un’auto usata Euro 6, con la rottamazione di un’automobile da Euro da 0 a 4.
Fin qui la convenienza, ma poi iniziano i problemi, gli sprechi di un’opportunità e le opacità. Gli incentivi non vanno direttamente agli automobilisti, ma passano per le concessionarie che da un lato sui loro siti pubblicizzano la possibilità di riceverli, per attirare i clienti, dall’altro lato non dicono se sono effettivamente disponibili, in quanto potrebbero essere esaurite le risorse a disposizione del rivenditore. Ma c’è una seconda cosa, ancora più grave della prima. Le concessionarie che hanno fondi a disposizione per gli incentivi da distribuire ai clienti, chiedono, per poterne usufruire, l’acquisto dell’auto a rate. Con il vantaggio di incassare gli interessi per l’acquisto, con i quali i vantaggi del bonus vengono di fatto azzerati.
Infine, c’è un giallo che risale al giugno del 2024 e non è mai stato risolto. Ben 240 milioni di euro di incentivi sono stati messi a disposizione dal governo per l’acquisto di automobili nuove con emissioni da 0 a 20 g/km di Co2 e dal prezzo di listino fino a 42.700 euro, Iva inclusa. In pratica le elettriche pure. In tutto il mese di maggio sono state immatricolate 5.070 macchine elettriche. Nella finestra temporale di poche ore in cui la piattaforma di Invitalia ha permesso ai concessionari di fare le prenotazioni, sono state immatricolate 30.000 nuove auto elettriche. E in appena otto ore di tempo, i fondi sono stati esauriti.
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