«Papà, vieni e spacca la faccia al prof». Parla l’insegnante aggredito a scuola: «Quell’uomo era una furia. Mi sono salvato rifugiandomi nel bagno»

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di
Claudio Tadicini

Il professor Sergio Manni, che insegna chimica all’istituto Bottazzi di Casarano, è stato aggredito dal padre di uno studente 16enne, dopo che quest’ultimo aveva ricevuto una nota dal docente

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Dopo l’aggressione, per giorni, non è riuscito a dormire. Il professor Sergio Manni, 65 anni, di Racale, in provincia di Lecce, è un veterano della scuola, con oltre quarant’anni di esperienza nell’insegnamento. 
Stimato da colleghi e studenti, ha sempre affrontato le difficoltà con grande impegno, dedicando tutta la sua vita al volontariato e al recupero di ragazzi in difficoltà. 
Ma quanto accaduto a metà dicembre scorso all’istituto Bottazzi di Casarano, dove insegna chimica, ha minato per qualche giorno la sua tranquillità e stravolto la sua percezione del ruolo di insegnante.

Tutto è iniziato il 17 dicembre, quando il professor Manni ha rimproverato un 16enne per il suo comportamento in classe, infliggendogli quattro note disciplinari. 
Lo studente ha chiamato suo padre, incitandolo a vendicare quell’affronto: «Vieni a spaccare la faccia al professore»
Un invito che il genitore non ha esitato ad accogliere, presentandosi poco dopo a scuola con il figlio maggiore. La situazione è subito degenerata in minacce, insulti e strattonamenti, costringendo il docente a rifugiarsi nel bagno per mettersi al riparo. E a farsi scortare dalla polizia municipale per tornare a casa. Dopo la denuncia del professore e del suo avvocato Biagio Palamà, presentata solo pochi giorni fa, l’episodio è al vaglio della procura di Lecce.




















































Cosa ha pensato in quei momenti?
«Quando è arrivato questo signore, me la sono vista brutta. Sono riuscito a chiudermi in bagno, ma praticamente non ho chiuso occhio per giorni. All’indomani, arrivato a scuola, ho chiesto alla bidella di aprirmi il cancello e farmi entrare con l’auto, per evitare altre brutte sorprese. Da 40 anni mi dedico al volontariato, al recupero di ragazzi in difficoltà, ma non mi ero mai sentito in pericolo come questa volta. Spero che in futuro non accada altro: il ragazzo, qualche giorno fa, ha preso a pugni uno studente senegalese. Oggi ci sarà un consiglio di classe straordinario, l’ennesimo, per valutare il da farsi».

Che provvedimenti sono stati presi nei confronti dello studente dopo l’episodio?
«Al momento nessuno, nonostante abbia anche inviato una pec alla dirigenza scolastica per invitarla a valutare e agire per quanto di sua competenza».

Le era già capitato di trovarsi in situazioni simili?
«Mai, è la prima volta».

Su questi comportamenti quanto influisce l’educazione familiare?
«Si dice che la mela non cada lontano dall’albero. E, purtroppo, c’è poco da fare, è proprio così. Certo, ci sono delle eccezioni, qualcuno può diventare sacerdote e qualcun altro ergastolano, ma questi sono casi rari. La stragrande maggioranza dei comportamenti violenti si verifica per colpa di genitori assenti, latitanti, che non si occupano abbastanza o adeguatamente dei figli».

Dopo l’aggressione ha ricevuto solidarietà da parte dei colleghi o di altri genitori?
«Sì, tanti professori hanno manifestato la loro vicinanza. Mi ha fatto molto piacere. Ma c’è un altro episodio che mi ha riempito di gioia: dopo qualche giorno dall’accaduto, una studentessa che aveva assistito alla scena mi ha detto: “Professore, non andare più in quella classe, stai sempre con noi che noi siamo buoni”. Il gesto e le parole di quella ragazza mi hanno emozionato».

Cosa pensa che si possa fare per prevenire episodi di violenza contro gli insegnanti?
«Oltre che le materie, la scuola dovrebbe insegnare l’educazione, il vivere insieme e le buone regole sociali. Deve tornare ad essere “palestra di vita”. Troppo spesso, però, gli insegnanti sono oberati da mille impegni e si rischia di dimenticare che il nostro obiettivo non è soltanto istruire, ma anche formare cittadini responsabili e capaci di rispettare gli altri».

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10 febbraio 2025 ( modifica il 10 febbraio 2025 | 08:08)

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