la prima gara value-based in Lombardia

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L’innovazione nel procurement sanitario rappresenta una sfida cruciale per garantire la sostenibilità del Servizio Sanitario Nazionale (SSN) e migliorare la qualità delle cure. In questo contesto, ARIA, in qualità di soggetto aggregatore per la Regione Lombardia, ha lanciato la prima gara basata sul concetto di value-based procurement, un approccio innovativo che punta a valorizzare le tecnologie sanitarie in base ai benefici concreti che generano.

Il principio del Value-Based Procurement

Marco Pantera
Marco Pantera

L’obiettivo principale di questa nuova metodologia è ottimizzare l’impiego delle risorse economiche nel SSN, garantendo che ogni euro speso produca il massimo valore possibile in termini di salute e performance, come spiega Marco Pantera, Direttore di ARIA: «Il nostro obiettivo è consentire innovazione al sistema, migliorare le performance sanitarie, innalzare la qualità delle cure e garantire la sostenibilità. Il value-based procurement consente di mettere in competizione soluzioni innovative con quelle tradizionali, premiando economicamente le tecnologie solo se generano un risparmio e un miglioramento misurabile per il sistema. Questo significa che se un’azienda introduce una nuova tecnologia che promette di ridurre il numero di visite di follow-up necessarie dopo un intervento, o di diminuire il consumo di risorse mediche, allora quel valore aggiunto diventa misurabile e giustifica un riconoscimento economico».

Prosegue Pantera, sottolineando l’importanza della competizione equa tra soluzioni innovative e soluzioni tradizionali: «Noi non entriamo nelle scelte cliniche, ma vogliamo creare condizioni in cui l’innovazione possa dimostrare il proprio valore in un contesto di gara equo. La chiave è strutturare le gare in modo che le tecnologie emergenti possano competere con quelle esistenti senza essere svantaggiate dal costo iniziale più elevato. Questo lo facciamo attraverso meccanismi di procurement che premiano economicamente il valore aggiunto generato, ma solo se i risultati promessi vengono effettivamente raggiunti».

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Obiettivo del Value-Based Procurement è ottimizzare le risorse economiche del SSN, garantendo che ogni euro speso produca il massimo valore in termini di salute e performance

Pantera approfondisce inoltre la questione metodologica: «Abbiamo lavorato a lungo su questo progetto, confrontandoci con il mercato, gli operatori economici e anche con contesti internazionali di procurement. Il nostro metodo prevede che il pagamento sia basato su un risultato misurabile, permettendo all’operatore economico di scommettere sulla propria tecnologia e al sistema sanitario di pagare innovazione solo se questa porta un vantaggio concreto. Questo consente di proteggere il SSN e di evitare di investire in tecnologie che non apportano un beneficio reale».

La prima gara: un caso pilota sulle lenti intraoculari

L’iniziativa pilota riguarda le lenti Enhanced, che migliorano la visione intermedia dei pazienti sottoposti a chirurgia della cataratta. Elisa D’Autilia, Responsabile della Struttura Dispositivi e Tecnologie Medicali – Direzione Acquisti di ARIA, evidenzia l’importanza del coinvolgimento del mercato nella scelta della merceologia: «Abbiamo selezionato le lenti Enhanced perché permettono di verificare rapidamente i risultati. La proposta è nata dal confronto con il settore dell’oculistica. Quando ci siamo confrontati con i medici specialisti e con le aziende, ci è stato evidenziato che le nuove lenti Enhanced offrono un vantaggio clinico chiaro e immediato. Questa caratteristica ci ha permesso di definire una metrica chiara per misurare il valore aggiunto».

D’Autilia sottolinea anche il valore strategico di questa sperimentazione: «Abbiamo studiato le esperienze in Toscana, le gare di Consip e stiamo collaborando a livello europeo con l’iniziativa Procure4Health. Nessuno ha studiato una procedura basata sulla logica del valore in questi termini, così come definita dai principi di Porter: si utilizza il dispositivo, si misura il risultato, se il risultato c’è viene riconosciuto al fornitore un profitto in termini economici, diversamente no. L’idea è di dare ancora più ampio respiro al processo in atto perché in grado di generare valore aggiunto per l’intero sistema: l’applicazione dei principi di value-based procurement rappresenta un tassello fondamentale del più ampio concetto di value-based health care che impronta alla gestione complessiva del sistema sanitario secondo criteri di valore per il paziente e sostenibilità per il sistema».

Le sfide e le opportunità dell’innovazione

Elisa D’Autilia

L’implementazione di questo nuovo modello non è stata priva di ostacoli. Uno dei principali è stato definire metriche di valutazione oggettive e affidabili. Come spiega D’Autilia: «Il primo grande ostacolo è stato identificare una categoria merceologica che fosse adatta all’identificazione di una metrica di valutazione chiara e oggettiva, che garantisse una misurazione del valore certa, senza aggiungere carico di lavoro ai clinici e che non dipendesse dalla singola performance professionale. Il medico ci ha chiesto due cose fondamentali: primo, che il sistema di valutazione non aggiungesse ulteriore lavoro amministrativo alla sua quotidianità professionale, e secondo, che non fosse correlato alla sua performance individuale, anche per evitare eventuali contenziosi con i fornitori. Abbiamo lavorato per trovare un equilibrio tra questi aspetti».

Marco Pantera aggiunge: «Questo è il momento giusto per sperimentare questo modello. La digitalizzazione della sanità, supportata dagli interventi finanziati dal PNRR, garantisce una maggiore disponibilità di dati che permettono di identificare e misurare con precisione il valore generato dalle tecnologie sanitarie, senza richiedere sforzi aggiuntivi agli operatori sanitari. Nel giro di pochi anni, ci aspettiamo che le gare prevedano due lotti: uno tradizionale e uno dedicato all’innovazione, con meccanismi di premialità per chi dimostra il valore della propria tecnologia».

Verso un nuovo modello di sanità

Se la sperimentazione avrà successo, le tecnologie validate attraverso questo meccanismo entreranno stabilmente nei processi di gara futuri. Come evidenzia D’Autilia: «Nel prossimo ciclo di gare, le tecnologie che avranno dimostrato di generare valore aggiunto saranno integrate stabilmente nel procurement sanitario, alzando il livello qualitativo delle soluzioni disponibili. Non ci sarà più bisogno di misurare ogni volta il valore aggiunto: una volta dimostrato, diventerà parte dello standard di riferimento».

La digitalizzazione della sanità, sostenuta dal PNRR, consente di raccogliere e analizzare dati con precisione, misurando il valore delle tecnologie senza gravare sugli operatori

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Pantera conclude con uno sguardo al futuro: «Questo modello si potrebbe applicare anche ai farmaci. Esistono già meccanismi di pagamento basati sul risultato, regolati da AIFA, ma si potrebbe renderli più intensi e applicabili a nuovi ambiti, come ad esempio i vaccini. Il mercato farmaceutico è più cauto, ma crediamo che ci siano grandi opportunità anche in questo settore».

Il value-based procurement può rappresentare una svolta strategica per il SSN, favorendo l’adozione di tecnologie innovative con un impatto tangibile sulla qualità delle cure. Se replicato su larga scala, potrebbe segnare l’inizio di una nuova era per il procurement sanitario in Italia, con un equilibrio più efficiente tra innovazione, costi e benefici reali per i pazienti.



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