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L’Italia è scesa al 52° posto nell’Indice di Percezione della Corruzione (CPI) 2024, segnando un peggioramento rispetto all’anno precedente. Questa perdita potrebbe essere legata a diversi fattori, tra cui scandali politici, mancate riforme strutturali e la percezione sempre più ampia di opacità nella gestione dell’amministrazione pubblica.

(di Francesca Moriero – fanpage.it) – L’Italia scivola al 52° posto nell’Indice di Percezione della Corruzione (CPI) 2024, segnando un peggioramento rispetto all’anno precedente. Con una perdita di ben due punti, scende quindi a 54 il punteggio del Paese, che ora si colloca al 19° posto tra i 27 membri dell’Unione Europea. Secondo Transparency International, questo calo rappresenta un’inversione di tendenza dopo oltre un decennio di progressi, durante il quale l’Italia aveva guadagnato 14 punti, almeno dal 2012.

L’Indice che valuta la corruzione percepita nel settore pubblico in 180 Paesi su una scala da 0 (massima corruzione) a 100 (assenza di corruzione), evidenzia insomma una battuta d’arresto per l’Italia, e solleva dubbi sulla capacità del sistema di contrastare efficacemente il fenomeno.

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Perché l’Italia perde posizioni

Il peggioramento dell’Italia nel CPI 2024 potrebbe essere legato a diversi fattori, tra cui scandali politici, mancate riforme strutturali e una crescente percezione di opacità nella gestione dell’amministrazione pubblica: mentre negli anni passati il Paese aveva mostrato progressi grazie a normative anticorruzione e strumenti di trasparenza, le riforme più recenti e alcune criticità irrisolte sembrano aver minato questa traiettoria positiva.

“Prevenzione, regolamentazione e cooperazione sono le parole chiave per un’Italia che voglia mettere la lotta alla corruzione al primo posto”, ha dichiarato Michele Calleri, presidente di Transparency International Italia. Secondo l’organizzazione, il sistema italiano ha introdotto misure importanti, come la protezione dei whistleblower, cioè i “segnalatori” di illeciti, e il rafforzamento della disciplina sugli appalti pubblici. Restano però lacune significative: “Le più recenti riforme e alcune questioni irrisolte stanno indebolendo i progressi del Paese nel contrasto alla corruzione ed incidono negativamente sulla capacità del sistema di prevenzione della corruzione nel settore pubblico. Dalla mancanza di una regolamentazione in tema di conflitto di interessi nei rapporti tra pubblico e privato, all’assenza di una disciplina in materia di lobbying, per la quale dal 2021 chiediamo una svolta con la coalizione Lobbying4change”, ha aggiunto Calleri.

Il presidente di Transparency Italia ha poi sottolineato come l’Italia sia stata tra gli ultimi Paesi europei a rendere operativo il Registro dei titolari effettivi per l’antiriciclaggio, salvo poi rinviarne l’implementazione, “compromettendo potenzialmente l’efficacia delle misure”.

Il contesto europeo

A livello europeo, l’Indice di Percezione della Corruzione 2024 sembra evidenziare una situazione di stallo: nonostante l’Europa occidentale rimanga l’area con il punteggio medio più alto (64° posto), gli sforzi per combattere la corruzione sembrano tuttavia fermi o in discesa. “La direttiva anticorruzione dell’UE è un’opportunità che non possiamo permetterci di perdere per migliorare gli standard europei e nazionali”, ha concluso Calleri. L’Italia però sembra aver mostrato scarso sostegno alla proposta di direttiva, con la Commissione Politiche UE della Camera che nel luglio 2023 ha espresso parere negativo sul provvedimento.

La corruzione nel mondo

“La corruzione è una minaccia globale in evoluzione che fa molto di più che minare lo sviluppo: è una delle cause principali del declino della democrazia, dell’instabilità e delle violazioni dei diritti umani”, si legge sul sito dell’Associazione. “La comunità internazionale e ogni nazione devono fare della lotta alla corruzione una priorità assoluta a lungo termine. Ciò è fondamentale per contrastare l’autoritarismo e garantire un mondo pacifico, libero e sostenibile. Le tendenze pericolose rivelate dall’Indice di percezione della corruzione di quest’anno evidenziano la necessità di proseguire ora con azioni concrete per affrontare la corruzione globale”.

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E proprio a livello globale, l’Indice di Percezione della Corruzione 2024 mostra che la lotta alla corruzione resta una sfida estremamente complessa: oltre due terzi dei Paesi valutati ottengono un punteggio inferiore a 50 su 100. La Danimarca mantiene il primato con 90 punti, seguita da Finlandia (88) e Singapore (84). Sul fondo della classifica si trovano invece Stati fragili e colpiti da conflitti come il Sud Sudan (8), la Somalia (9) e il Venezuela (10°). La media globale del CPI sarebbe di 43, ma il 56% dei Paesi, cioè più della metà, si colloca al di sotto di questa soglia.

Se negli ultimi dieci anni 24 Paesi hanno migliorato sensibilmente il loro punteggio, ben 32 nazioni hanno registrato peggioramenti significativi, confermando che la lotta alla corruzione resta una sfida aperta su scala mondiale.



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