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Chi abita in alta quota vuole inserirsi in un contesto moderno e il turista, sempre piĆ¹ annoiato e bisognoso di nuovi stimoli, non cerca piĆ¹ relax e contemplazione ma esperienze adrenaliniche. In questo contesto, le attenzioni degli ambientalisti sono solo un fastidio.

Luna park per ricchi
di Fabio Valentini
(pubblicato su ilfattoquotidiano.it il 21 gennaio 2025)

Montagne luna park? Non ĆØ da ora che se ne parla. Basta scorrere sui motori di ricerca per trovare articoli che risalgono ad oltre dieci anni fa. Da allora ne ĆØ passata di acqua sotto i ponti, anche se di acqua ormai ne passa sempre meno, oppure ne passa troppa in un sol momento portandosi via pure i ponti. Luna park era un parco di divertimenti nato aĀ Coney Island negli USA ai primi del ā€˜900, per estensione ĆØ diventato un termine di uso comune; in Italia in principio erano i ā€œbaracconiā€, cioĆØ le baracche allestite per lā€™occasione in cui si esibivano il nano e la donna ragno, in cui ci si poteva cimentare nel tirassegno e dove i bambini salivano sui cavalli di legno della giostra.

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Nellā€™era moderna in montagna queste attrazioni sono state sostituite dai sorvoli turistici in elicottero, i ponti tibetani, le big bench, i concerti e gli spettacoli in quota, i parchi avventura con le zip line, i rifugi gourmet con pernottamenti a quattro stelle, gli impianti di risalita sempre piĆ¹ spettacolari con stazioni di arrivo simili a centri commerciali, ed altro ancora, persino un reality televisivo. Un tempo i monti attiravano i turisti per la loro bellezza, la natura, lā€™immersione in un ambiente primigenio fuori dal tempo come fosse unā€™altra dimensione.

Oggi chi abita la montagna non vuole considerarsi unā€™isola, ma inserirsi in un contesto moderno; al contempo il cittadino-turista medio, sempre piĆ¹ annoiato e bisognoso di nuovi stimoli, non cerca piĆ¹ relax e contemplazione ma esperienze adrenaliniche ed emozioni artificiali in un ambiente satellite di quello urbano, tanto che ĆØ stato coniato il nuovo termine di ā€œmetromontagnaā€.

Inutile fare i moralisti, i tempi cambiano ed anche chi storce il naso deve affrontare la realtĆ : se i nostri genitori hanno vissuto senza computer, senza cellulare, senza aria condizionata, oggi pare non sia piĆ¹ possibile. Allo stesso modo si moltiplicano gli impianti di risalita, proliferano le mountain bike elettriche, arrivano gli sci a batteria. Ā«La montagna ĆØ di tutti!Ā» ammoniscono gli impiantisti e gli operatori turistici che offrono voli in elicottero e perfino in jet, dimenticando che non tutti forse se lo possono permettere. In fondo tutto si riconduce ad una questione di vile denaro, se un tempo soloĀ lā€™avvocato Gianni AgnelliĀ e pochi altri potevano arrivare sulle piste da sci in elicottero, oggi esiste lā€™elitaxi e il benessere diffuso consente anche ai comuni mortali di vivere un giorno da signore. Siamo piĆ¹ ricchi, perchĆ© negarsi questi piaceri?

Peccato che di queste transazioni economiche (altro che transizione ecologica!) in montagna resti poco. Le olimpiadi invernali diĀ Torino 2006Ā hanno portato benessere al capoluogo regionale mentre alle montagne hanno lasciato solo ruderi, lā€™appuntamento diĀ Milano-Cortina 2026Ā rischia di seguire lo stesso copione. Si vuole combattere lo spopolamento con la stessa progettualitĆ  che ne ĆØ stata in parte la causa, mentre lĆ  dove le montagne vengono riabitate ĆØ spesso per merito dellā€™arrivo di immigrati o di famiglie ā€“ giovani e meno giovani ā€“ che cercano di recuperare tradizioni antiche e memorie culturali in via di estinzione; in questa narrazione si inseriscono perfettamente le dichiarazioni diĀ Valeria Ghezzi, presidente dellā€™Associazione Nazionale Esercenti Funiviari, che rivendica non solo il ruolo di motore dellā€™economia ma anche quello di ā€œpresidio per la tutela delle Terre Alteā€.

E gli ambientalisti? Un fastidio! Dalle nostre comode poltrone in appartamenti climatizzati di cittĆ  ci permettiamo di pontificare, di mettere bastoni tra le ruote del progresso. Illuminare di rosa ilĀ Gran SassoĀ al passaggio delĀ Giro dā€™Italia,Ā parcheggiare due Lamborghini al rifugio Comici oltre iĀ 2000 metri, portare con i camion la neve sulle piste o addirittura in cittĆ , ā€œsparareā€ musica a tutto volume nei dj set vacanzieri, sono tutte forme di promozione della montagna. E, come dice il sindaco di Valbondione, noi ā€œstronzetti pseudo ambientalisti e comunistiā€ (sic!) dovremmo solo tacere e fare altro che qui non si puĆ² ripetere.

Ci dispiace disilludere il sindaco e gli altri amministratori ed imprenditori che ci vedono come una pagliuzza nellā€™occhio, ma continueremo ad essere fastidiosi. Siamo consapevoli che non abbiamo appoggi politici, e nemmeno le risorse economiche per affrontare la moltitudine di ricorsi che sarebbe necessaria, ma crediamo di essere nel giusto ed utilizzeremo tutti gli strumenti democratici in nostro possesso in questa lotta impari per contrastare quello che per noi non ĆØ progresso ma speculazione. E siccome siamo volontari e nessuno ce lo ordina, continueremo fino a quando avremo la tensione morale per farlo e il sostegno di chi condivide le nostre posizioni.

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