il possibile impatto sulla Lombardia, nel confronto regionale e tra settori — Assolombarda

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Dazi USA: Lombardia prima regione italiana per export verso gli Stati Uniti in valore assoluto, ma sotto la media nazionale in rapporto al Pil del territorio. Moda e agroalimentare tra i settori potenzialmente più esposti.

Nel 2023, la Lombardia ha esportato negli Stati Uniti per 14,2 miliardi di euro, contribuendo all’8,7% dell’export totale e al 2,9% del Pil regionali, meno della media italiana. Questi numeri testimoniano però solo il legame diretto tra gli Stati Uniti e l’economia della Lombardia, caratterizzata da più ampie connessioni globali e da forti ricadute in termini di valore aggiunto generato internamente grazie alla domanda estera. I valori aggregati, inoltre, mascherano forti e importanti discrepanze a livello settoriale: moda e agroalimentare, per esempio, sono tra i settori con l’export più esposto verso gli Sati Uniti, ma subiscono già dazi tra il 5% e il 10%.

I nuovi dazi USA: tra annunci e prime attuazioni

Con l’insediamento della seconda amministrazione Trump alla presidenza degli Stati Uniti, c’è molta attenzione intorno ai possibili effetti dei nuovi dazi commerciali. Durante la campagna elettorale, Trump ha dichiarato di voler implementare una politica tariffaria aggressiva, con dazi del 60% su tutti i beni cinesi e del 10% o 20% su tutte le importazioni provenienti dal resto del mondo.

A inizio febbraio, solo alcune di queste dichiarazioni sono state effettivamente implementate, nella misura di un 10% di tariffe aggiuntive sulla Cina e di un 25% di tariffe aggiuntive sul Canada (eccetto un 10% per il petrolio) e sul Messico. I dazi sui due Paesi membri del NAFTA sono stati però immediatamente sospesi per 30 giorni, in attesa di eventuali accordi sul controllo dei confini e dei flussi migratori. Il 10 febbraio è seguito l’annuncio di dazi del 25% su tutte le importazioni americane di alluminio e acciaio.

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Dati il continuo susseguirsi di annunci e l’incertezza che circonda la loro effettiva implementazione, questa nota non può che proporre una esplorazione preliminare del loro possibile impatto.

Quanto valgono le esportazioni (totali e verso gli Stati Uniti) per l’economia della Lombardia?

Le esportazioni lombarde verso gli Stati Uniti sono state pari a 14,2 miliardi di euro nel 2023, l’8,7% del totale export lombardo (163,0 miliardi di euro). Gli Stati Uniti sono stati così il primo partner commerciale extra-europeo della Lombardia e il terzo a livello globale, dopo Germania e Francia. Nei primi 9 mesi del 2024, questa quota è scesa all’8,2%: rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, infatti, il valore delle esportazioni verso gli Stati Uniti è sceso di 203 milioni di euro (-5,7%), mentre le esportazioni verso il resto del mondo sono rimaste stabili (+0,0%).  Prendendo come punto di riferimento l’anno 2000, l’export lombardo verso gli Stati Uniti è più che raddoppiato (+103,6%), crescendo meno delle esportazioni totali (+120,7%, Figura 1).1

Figura 1: Esportazioni lombarde verso USA e totali, in valore (2000=100)

Fonte: Centro Studi Assolombarda su dati Istat

Tra le regioni italiane, la Lombardia si posiziona al primo posto per valore di export verso gli USA, seguita da Emilia-Romagna e Toscana. Complessivamente, le tre regioni hanno rappresentato il 50% dell’export italiano verso gli Stati Uniti nel 2023. Confrontando il valore dell’export sul Pil regionale a prezzi correnti, il mercato di sbocco americano vale il 2,9% per la Lombardia nel 2023, meno del 3,2% a livello nazionale. Questa quota è significativamente più bassa di Toscana (6,6%) ed Emilia-Romagna (5,4%), e di poco inferiore a Veneto (3,8%) e Piemonte (3,5%), come mostrato in Figura 2. Se si considera inoltre il peso del mercato statunitense sulle esportazioni totali, l’8,7% della Lombardia risulta superiore solo a Piemonte, Trentino-Alto Adige e Valle d’Aosta (la media italiana è pari al 10,7%).

Figura 2: Esportazioni verso gli USA in valore e in rapporto alle esportazioni totali e al Pil a prezzi correnti (2023)

Fonte: Centro Studi Assolombarda su dati Istat

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Nel complesso questi dati indicano come la Lombardia, sebbene al top in Italia per valore delle esportazioni, abbia un legame apparentemente meno pronunciato con il mercato degli Stati Uniti.

Va specificato, tuttavia, che i numeri testimoniano solamente il legame diretto tra le regioni e le destinazioni del loro export. Sono escluse le “triangolazioni” degli scambi commerciali (ad esempio merci che passano da Canada e Messico prima di arrivare negli Stati Uniti), che, considerando le ampie e ramificate connessioni dell’economia lombarda, aumentano verosimilmente la sua esposizione al mercato nordamericano.

Inoltre, il rapporto export/Pil mostra solo una parte del valore delle esportazioni per l’economia del territorio. La Lombardia, infatti, è tra le prime regioni italiane per attivazione di valore aggiunto interno grazie alle esportazioni: ovvero, per soddisfare la domanda estera vengono “attivati” settori produttivi che generano alto valore aggiunto, con ricadute positive su tutta la catena della filiera interessata.

I settori lombardi più rilevanti e più esposti sul mercato degli Stati Uniti

Nei primi nove mesi del 2024, i settori manifatturieri più rappresentativi delle esportazioni lombarde verso gli Stati Uniti sono stati i seguenti:

  1. meccanica ed elettronica (32,4%), di cui il 20,5% rappresentato dalla meccanica, l’8,3% dagli apparecchi elettrici e il 3,6% dall’elettronica;
  2. chimica e farmaceutica (17,0%), rispettivamente per il 9,8% e il 7,2%;
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  4. moda (14,6%), di cui l’8,5% rappresentato da abbigliamento e altri prodotti tessili, il 3,3% dalle calzature e il 2,8% da pelli e cuoio;
  5. metalli (12,4%);
  6. agroalimentare (8,7%).

Questi numeri rappresentano i settori più rilevanti in termini monetari all’interno delle esportazioni verso gli Stati Uniti. Tuttavia, per comprendere quanto ogni settore sia esposto, è necessario rapportare il suo export negli Stati Uniti all’export verso tutto il mondo. Più questo rapporto è elevato, più sarà (teoricamente) difficile trovare un mercato alternativo, nel caso di innalzamento di tariffe doganali.

Gli indici di esposizione così calcolati sono mostrati in Figura 3: rispetto alla media lombarda, i settori maggiormente esposti verso gli Stati Uniti sono il sistema moda, l’agroalimentare, la meccanica e gli apparecchi elettrici e la farmaceutica. Al contrario, settori quali chimica, metalli, mezzi di trasporto, gomma-plastica, legno e carta, ed elettronica sono relativamente più indipendenti dal mercato statunitense.

Figura 3: Esposizione settoriale delle esportazioni verso gli USA (export vs USA/export vs Mondo, Lombardia, gen-set 2024)

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Fonte: Centro Studi Assolombarda su dati Istat

I settori più esposti alla prospettiva di nuovi dazi

Infine, è possibile guardare da un altro punto di vista all’esposizione dei singoli settori, in base alle tariffe doganali oggi esistenti. Questa analisi è utile in particolare nell’ipotesi di nuove tariffe uniformi (“blanket”) su tutti i comparti, per cui i settori più colpiti sarebbero evidentemente quelli con le tariffe oggi più basse. Il quadro cambierebbe nel caso di innalzamenti uniformi delle tariffe, che incrementino i dazi su tutti i prodotti di una certa percentuale, indipendentemente da quelli prima praticati.

Stando ai dati più recenti di fonte World Bank, la tariffa media praticata dagli Stati Uniti sulle importazioni dall’Italia è stata pari al 3,1% nel 2022.2 Nell’ultimo ventennio, questa percentuale aggregata è variata da un massimo di 4,2% nel 2000 a un minimo di 2,3% nel 2017, mentre le tariffe annunciate nelle scorse settimane si collocano su un’altra scala di grandezza (ad esempio, 25% nel caso citato sopra dell’acciaio e dell’alluminio).

Già oggi, tuttavia, esistono differenze sostanziali tra diverse categorie di prodotti: ad esempio, si passa da un dazio dello 0,2% applicato sul legno al 10,3% su abbigliamento e calzature. La Figura 4 mostra il posizionamento di alcuni macrosettori italiani in base alla tariffa imposta nel 2022 dagli Stati Uniti.

Figura 4: Tariffe USA sulle importazioni dall’Italia, per settore (2022)

Fonte: Centro Studi Assolombarda su dati World Bank-WITS

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Nel caso di nuove tariffe uniformi su tutti i comparti, i settori più colpiti sarebbero dunque legno, chimica e farmaceutica, meccanica ed elettronica, metalli e mezzi di trasporto. Viceversa, l’agroalimentare e i comparti del sistema moda subiscono già dei dazi significativi, e potrebbero quindi essere esentati da ulteriori tariffe (almeno in parte), ma a livello lombardo sono anche quelli geograficamente più esposti al mercato nord-americano.



1 Queste percentuali e il grafico che segue proiettano il dato per il 2024 considerando la variazione sui primi nove mesi dell’anno rispetto al 2023.

2 La tariffa media di 3,1% corrisponde a una media ponderata che tiene conto della struttura delle esportazioni italiane negli Stati Uniti.



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