Gas e bolletta elettrica ai massimi, ma il governo non ha un piano e l’industria soffre

Effettua la tua ricerca

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#finsubito

Cessione crediti fiscali

procedure celeri

 


I rincari per le imprese e le famiglie si attestano attorno al 31 per cento in più rispetto all’anno scorso. C’è preoccupazione fra gli imprenditori, mentre il ministro Pichetto Fratin punta dritto sul nucleare che, però, nell’immediato non risolve la soluzione

Grosso guaio per il governo Meloni e, nello specifico, per il ministro della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, alle prese con il fardello dei costi dell’energia. Che pesa su tutti gli stati europei, in particolare sull’Italia, paese manifatturiero per eccellenza, quindi energivoro, e che subisce più di altri i rincari del prezzo del gas, principale fattore nella formazione del costo dell’elettricità. Stima Nomisma Energia che i rincari per le imprese e le famiglie si attesteranno nell’ordine del 31 per cento in più rispetto allo scorso anno.

Se a gennaio del 2024 il prezzo medio dell’elettricità era di 99 euro al megawattora, dodici mesi dopo se ne pagano 143, con una crescita del 44 per cento. Non va meglio a febbraio, con un prezzo medio che si attesta attorno ai 154 euro al megawattora. Dicevamo che a pesare maggiormente sulla formazione del prezzo della bolletta è soprattutto il gas, le cui quotazioni al Ttf di Amsterdam sono ai massimi da due anni: oltre i 57 euro per megawattora. Secondo gli analisti, sarebbe colpa di un inverno più rigido di quelli precedenti, oltre allo stop al transito di gas russo via Ucraina: una combinazione drammatica che ha ridotto le scorte di gas in Europa a una velocità che non si era mai vista negli ultimi sette anni. E, nonostante le scorte dell’Italia restino le più alte d’Europa, gli altri depositi europei sono per metà vuoti e ci sono parecchie preoccupazioni per il mese di marzo e l’estate. Non aiutano le speculazioni finanziarie e l’incertezza derivante dalla guerra commerciale cominciata da Donald Trump, soprattutto perché il prezzo del gas è fissato dalla borsa europea, ed è unico. Quindi il fatto che i depositi italiani siano pieni è una magra consolazione.

Prestito personale

Delibera veloce

 

Price cap

Sul tema, nelle scorse settimane, Pichetto Frattin aveva cercato di portare all’attenzione della Commissione europea la proposta di mantenere al di sotto dei 50 euro il prezzo del gas attraverso il sistema del price cap. Proposta respinta, al momento, dal commissario per l’Energia Dan Joergensen, che ha promesso di affrontare il tema caro al ministro italiano nel piano d’azione per l’energia a prezzi accessibili, che sarà presentato prossimamente, lasciando però intuire che istituire il tetto al prezzo del gas non è fra le priorità dell’Ue.

Del resto il caro bollette è sicuramente un problema europeo, ma soprattutto dell’Italia, che è stabilmente al primo posto nella classifica di chi sborsa di più per l’elettricità. Confrontando i dati su gennaio, l’Italia spende il 25 per cento in più dei tedeschi, il 40 per cento in più dei francesi, il 48 per cento in più degli spagnoli.

Il risultato sconveniente per l’Italia è dovuto a un diverso mix di approvvigionamento energetico e a una difficoltà nostrana a crescere più velocemente nelle fonti energetiche alternative, soprattutto per via della difficoltà a ottenere le autorizzazioni.

Alternativa nucleare

Nell’immediato, gli imprenditori auspicano l’intervento dell’energy release, con prezzi calmierati a 65 euro a megawattora per tre anni. Mentre sul lungo termine il ministro Pichetto Fratin ha aperto la porta, attraverso la legge delega, a nuovi reattori nucleari sul territorio nazionale. Il 4 febbraio il dirigente di ricerca del Cnr, Nicola Armaroli, in un’audizione alla Camera proprio sul nucleare, ha smontato pezzo per pezzo il piano del governo. Armaroli arriva alla conclusione che «si deve essere chiari, stiamo operando una scommessa-promessa che tra 15 o 20 anni avremo bollette più basse con tecnologie che oggi però non esistono, non sappiamo se e quali saranno né quanto costeranno, intanto tecnologie di decarbonizzazione consolidate di altro tipo crescono velocemente».

Non solo le tecnologie per la realizzazione di piccoli reattori attualmente non esistono, come spiega nell’articolo qui sotto Giuseppe Onufrio, ma il 43 per cento dell’uranio presente sul pianeta è concentrato in un unico Stato, il Kazakistan, dal quale si rischia di dover dipendere esponenzialmente. Tra l’altro, il costo dell’uranio dal 2021 a oggi è cresciuto sul mercato del 137 per cento.

Not in my back yard

Nella sua relazione alla Camera, Armaroli dice che, in base a quanto descritto nel disegno di legge del governo, sarebbe necessario realizzare 120 small modular reactor, Smr, che hanno una taglia media da 100 megawatt. Rivolgendosi ai parlamentari, il ricercatore ha domandato: «Chiedo a voi che conoscete i territori se è possibile un’operazione da 120 reattori, con l’installazione di un Smr in ogni provincia».

Infine, considerato che a regime, nel 2040, l’Italia avrà una potenza installata di 200 gigawatt di rinnovabili, «ci sarà un eccesso di produzione a basso costo per sette mesi l’anno e si dovrà decidere se tenere spenti i reattori, scelta economicamente insostenibile, o se spegnere le rinnovabili e alzare il costo dell’energia, che è un grande paradosso.

© Riproduzione riservata

Cessione crediti fiscali

procedure celeri

 



Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link