ANCONA- «Sono quasi 300 le realtà che hanno già ottenuto la certificazione, il Bollino rosa nelle Marche brilla, ma c’è ancora tanto lavoro da fare». Parte dai dati incoraggianti sull’adesione degli operatori marchigiani alla certificazione della parità di genere la presidente della Cpo, Maria Lina Vitturini, in apertura della seconda edizione del “Bollino rosa per la regione Marche”. All’auditorium del SeeBay Hotel di Portonovo erano presenti numerose aziende interessate al percorso, 45 quelle premiate per averlo ultimato, insieme a rappresentanti istituzionali, associazioni di categoria e organizzazioni sindacali. «Questo riconoscimento – ha sostenuto il presidente del Consiglio regionale, Dino Latini– non dobbiamo considerarlo un merito, ma una condizione naturale. Non è un concetto di sostenibilità, ma un processo di parità al quale tutti dobbiamo contribuire e in questa direzione lo sforzo dell’Assemblea legislativa è unanime». «C’è grande interesse da parte delle imprese – conferma la Vitturini -, noi vogliamo fare formazione, informazione e sensibilizzazione, perché questa legge offre grandi vantaggi e una serie di premialità, sgravi fiscali e agevolazioni». Come spiegato da Marco Omodei Salè e Massimo Dutto, rappresentanti di CSQA, ente certificatore a controllo pubblico, la norma UNI/PDR 125:2022 è uno strumento volontario che supera il raggiungimento di semplici competenze «per generare un’onda di cambiamento. Non è un traguardo – puntualizzano i due relatori – ma un modello organizzativo per la parità di genere che nel tempo crea valore, cambia l’azienda, cambia il mercato, cambia la società».
Tra gli indicatori l’equità remunerativa e la conciliazione tra vita lavorativa e vita familiare per armonizzare i tempi in famiglia. Al microfono la direttrice regionale dell’Inps di Ancona, Emanuela Zambataro, Paola Bichisecchi, direttore generale Confidustria Marche, e a seguire rappresentanti di settore, cooperative, sindacati e numerose imprese, dall’agricoltura al commercio, realtà manifatturiere, voci di quel 35% di attività portate avanti da donne (un’azienda su quattro nelle Marche), ma anche tanti imprenditori che hanno avviato la certificazione. «Perché facciamo tutto questo? – conclude la Presidente Vitturini – Lo scorso anno in Italia oltre 40mila donne si sono licenziate entro il primo anno di età del bambino, altrettante hanno chiesto il part time. Per avere una società giusta, equa e solidale è necessario che questo gap di trattamento, questa disparità, questi ostacoli nell’accedere a ruoli di leadership siano superati e il Bollino ci può aiutare con progetti e azioni positive».
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