chi sono Marini, Cassinelli, Luciani e Sandulli

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Si è conclusa la votazione del Parlamento in seduta comune per l’elezione dei quattro giudici della Corte Costituzionale mancanti. Sono stati eletti Massimo Luciani, Francesco Saverio Marini, Maria Alessandra Sandulli e Roberto Cassinelli. Ci sono volute ben 14 votazioni per un eleggere un giudice e 5 per gli altri tre.

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AGGIORNAMENTO: Dopo molteplici rinvii e fumate nere, per l’elezione dei quattro giudici della Consulta è arrivata la svolta. Dopo mesi di trattativa è stato raggiunto l’accordo tra maggioranza e opposizione sui quattro giudici di nomina parlamentare mancanti e la votazione di questa mattina ha avuto esito positivo.

Il poker di nomi, come era trapelato nelle scorse ore, è quello composto da Francesco Saverio Marini (500 voti), consigliere giuridico di Meloni a Palazzo Chigi, in quota FdI, ‘padre’ della riforma del premierato; Roberto Cassinelli (503 voti), avvocato 69enne genovese, già deputato e senatore azzurro con Silvio Berlusconi in quota FI, che ha prevalso su Gennaro Terracciano e Andrea Di Porto; Massimo Luciani (505 voti), professore ordinario di Istituzioni di diritto pubblico a ‘La Sapienza’ per il Pd, e Maria Alessandra Sandulli (502 voti), professoressa ordinaria di diritto amministrativo all’Università di Roma Tre, figura ‘tecnica’ avanzata dalle opposizioni e condivisa dalla maggioranza, il cui nome già nel 2014 era finito nella rosa dei possibili candidati per la Consulta Il Parlamento in seduta comune si è riunito oggi alle 9.30 per la votazione. Senatori e deputati hanno votato in mattinata, e dopo lo scrutinio delle schede da parte dei segretari di presidenza, presso la sala dei ministri, a Montecitorio, sono stati comunicati i risultati. Per essere eletti era necessaria la maggioranza dei 3/5 dei componenti, pari a 363 voti.

La nomina dei quattro si attendeva dal novembre del 2023, da quando cioè era scaduto il mandato di Silvana Sciarra. Poi, a dicembre, erano decaduti anche Augusto Barbera, Giulio Prosperetti e Franco Modugno. Ci sono volute ben 14 votazioni per un eleggere il sostituto di Sciarra e 5 per gli altri tre.

L’accordo su Sandulli sarebbe avvenuto dopo una trattativa tra Meloni e i leader del centrosinistra Schlein e Conte, che avrebbe sbloccato l’impasse. “Abbiamo trovato un accordo, siamo finalmente giunti a una soluzione. Alla fine noi avevamo le idee più chiare delle forze di maggioranza che sono arrivate all’ultimo”, aveva detto questa mattina il presidente del M5s, Giuseppe Conte, arrivando alla presentazione di un libro a Roma.

Chi è Francesco Saverio Marini

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Francesco Saverio Marini, in quota Fratelli d’Italia, è nato il 28 aprile del 1973, a Roma, ed è professore ordinario di Diritto pubblico presso l’Università di Roma Tor Vergata. Marini è anche prorettore per gli Affari giuridici sempre dell’Università di Roma Tor Vergata, consigliere giuridico di palazzo Chigi, ed è considerato tra i “padri” della riforma costituzionale voluta dal governo di Giorgia Meloni sul premierato. Il padre, Annibale, ha insegnato all’ateneo di Roma Tor Vergata ed è stato presidente della Consulta per nove mesi, tra il 2005 ed il 2006. Francesco Saverio Marini è stato, poi, professore di Diritto pubblico comparato, dal 2006 al 2011, nella Facoltà di Diritto canonico dell’Università  lateranense.

Nel 2011 ha ricoperto il ruolo di capo della segreteria tecnica dell’allora sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Antonio Catricalà, ai tempi dell’esecutivo guidato da Mario Monti. Dal 2023 è giudice istruttore e giudice dell’esecuzione civile presso il Tribunale della città del Vaticano. Marini è stato eletto nel 2018 dalla Camera componente laico nel governo della Corte dei conti, fino a diventarne nel 2021 vicepresidente.

Chi è Maria Alessandra Sandulli

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I neo eletti giudici Francesco Saverio Marini e Maria Alessandra Sandulli sono figli di due giudici della Corte Costituzionale, Annibale Marini e Aldo Sandulli, che fu nominato giudice costituzionale dal presidente Gronchi, e fu presidente della Consulta. tra il ’68 e il ’69,

Sandulli, nata a Napoli nel 1956, è la giudice costituzionale in quota tecnico/indipendente eletta dal Parlamento in seduta comune. È l’unica donna del quartetto e porta a quota 9 il numero delle donne elette a Palazzo della Consulta. La sua firma, tra quelle di 183 professori universitari di diritto costituzionale, diritto pubblico e diritto amministrativo contro la riforma costituzionale targata Casa delle Libertà nel 2005, contribuì alla sua esclusione dalla Consulta nel 2014, quando il suo nome fu proposto dal presidente del Consiglio e Segretario Pd Matteo Renzi in tandem con Silvana Sciarra in quota centrosinistra, come giudice costituzionale per il centrodestra.

Ha portato avanti la propria attività scientifica e professionale oltre che di docente universitario “nel ricordo e nel rispetto”, si legge nel suo curriculum vitae, della lezione del padre. Ordinario di Diritto Amministrativo, è titolare degli insegnamenti Diritto Amministrativo e Giustizia amministrativa presso l’Università degli Studi Roma Tre. Presso la medesima Università, dal 2017 al 2020 ha anche coperto l’insegnamento di Diritto Sanitario. È coordinatore nazionale delle Scuole di Specializzazione per le Professioni Legali e Direttore della Sspl dell’Università Roma Tre. È componente del consiglio direttivo dell’Alta Scuola dell’Amministrazione (Asa3), istituita presso l’Università Roma Tre. Ha ricoperto il ruolo di membro di numerose commissioni di studio ministeriali tra cui quella che ha redatto il Codice del processo amministrativo. Già presidente dell’Associazione Italiana dei Professori di Diritto Amministrativo, è Membro effettivo del Collegio Garante della Costituzionalità delle Norme della Repubblica di San Marino.

Chi è Massimo Luciani

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Massimo Luciani, in quota opposizioni, indicato dal Partito democratico, è nato a Roma il 23 luglio del 1952. È accademico dei Lincei e presidente della commissione Bioetica della stessa Accademia dei Lincei, nonché professore emerito di Istituzioni di diritto pubblico presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università degli Studi di Roma “La Sapienza”.

È avvocato del Foro di Roma, abilitato al patrocinio innanzi le giurisdizioni superiori. Luciani è stato inoltre presidente dell’Associazione italiana dei costituzionalisti per il triennio 2015-2018, membro della direzione delle riviste “Politica del diritto” e “Diritto e societa’” ed è autore di circa 400 pubblicazioni scientifiche. Nel 2018 è stato insignito del titolo di Dottore honoris causa dell’Università di Aix-Marseille.

Chi è Roberto Cassinelli

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Roberto Cassinelli (Genova, 10 dicembre 1956) è il politico del quartetto di giudici appena eletti. Liberale nell’animo (aderì al Pli già da giovanissimo tanto da essere eletto nelle sue liste nel 1981, 1985 e 1990, al Consiglio comunale di Genova) entrò nel 1994 in Forza Italia, dove si ritrovarono molti esponenti del Partito Liberale Italiano dopo il suo scioglimento.

È stato deputato nella XVIII legislatura, dal 20 aprile 2017 senatore nella XVII Legislatura e deputato nella XVI Legislatura, dopo aver conseguito la laurea in giurisprudenza presso l’Università Statale di Milano e, da allievo del professore Franco Bonelli, avere esercitato dal 1985 per oltre trent’anni la libera professione di avvocato, in qualità di patrocinante presso la Suprema Corte di Cassazione. Esercizio per il libero foro che gli ha consentito la ‘promozione’ a giudice costituzionale. Per due mandati consigliere dell’Ordine degli Avvocati del Foro di Genova, da parlamentare si è concentrato prevalentemente sui temi della giustizia, delle libere professioni e del diritto delle nuove tecnologie. In particolare, ha dato vita a numerose iniziative parlamentari a difesa della libertà di espressione in rete. Arbitro in materia di diritto civile ed amministrativo, con particolare riferimento al diritto commerciale, societario, bancario, finanziario e fallimentare, ha ricevuto la Medaglia d’argento al merito dal Consiglio Nazionale Forense, la più alta decorazione dell’Avvocatura italiana.

Le reazioni: gli auguri di Meloni ai nuovi giudici della Consulta

“La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha inviato, a nome proprio e del Governo, un messaggio di auguri ai nuovi giudici della Corte Costituzionale, Roberto Cassinelli, Massimo Luciani, Francesco Saverio Marini e Maria Alessandra Sandulli”, si legge in una nota di Palazzo Chigi. “La presidente Meloni ha espresso la propria soddisfazione per l’ampio accordo raggiunto tra le forze parlamentari, che ha consentito la contestuale elezione dei quattro componenti e la ricostituzione del plenum della Consulta”, si aggiunge.

Oltre la Consulta, i nodi da sciogliere per il governo

Proprio ieri si è tenuto un vertice di maggioranza, tra i leader, in cui, oltre ai dossier più caldi si è discusso anche della votazione della Consulta, dopo diversi solleciti da parte del Quirinale, che da tempo faceva pressioni affinché i parlamentari trovassero una soluzione rapida.

Al vertice di maggioranza non si è discusso solo della necessità di ricostituire il plenum della Consulta. Ha tenuto banco la riforma dei medici di famiglia, che dovrebbe servire anche a far partire le Case di comunità, previste dal Pnrr. Sul punto i leader del centrodestra sono divisi. Da una parte Forza Italia ha detto no alla riforma della Medicina generale presentata da Schillaci, che dovrebbe prevedere la trasformazione dei medici di famiglia in dipendenti del Ssn. La Lega invece sarebbe favorevole.

Nella riunione di ieri si è discusso anche del dossier Albania, e del provvedimento che dovrebbe cambiare la destinazione d’uso dei centri albanesi, rendendoli dei Cpr (le strutture in questo momento svolgono solo in via residuale la funzione di centro di permanenza per il rimpatrio). A breve si attende la pronuncia della Corte di giustizia Ue sui Paesi sicuri e la nuova direttiva europea rimpatri. Il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi al question time di ieri ha parlato di “soluzioni in grado di superare gli ostacoli sinora incontrati, consentire la piena funzionalità e sviluppare le notevoli potenzialità di utilizzo delle strutture in Albania che fanno parte di un impianto polivalente”.

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