Fuori dal palazzo il presidio dei comitati continua. L’incontro della delegazione con tutti i capigruppo del Consiglio «non è andato bene», ha chiarito ieri Michele Zuddas, avvocato della rete contro la speculazione energetica, «abbiamo avuto conferma della volontà della maggioranza di affossare la Pratobello 24 in nome del decreto Draghi. Non si fermeranno finché non avranno raggiunto questo obiettivo». Detto questo, «rinnoviamo l’appello al Campo largo a rivedere quanto meno l’articolo 3 del ddl Aree idonee che ammette deroghe per l’installazione di impianti da rinnovabili in zone non idonee».
Il dialogo
Su questo punto, in particolare, dentro il palazzo si è aperta la strada del confronto tra il centrosinistra e le opposizioni. Lo stesso Francesco Agus dei Progressisti ha ammesso che «da parte nostra non è mai mancata la volontà di aprire un dialogo, tanto con l’opposizione che con i movimenti. Adesso, in poco tempo, dobbiamo essere in grado di migliorare la legge ascoltando i suggerimenti». In particolare, «vedo nell’articolo 3 un possibile oggetto di modifica, penso anche alle comunità energetiche al centro anche di una proposta del centrodestra. Nelle prossime ore capiremo dalle opposizioni i punti più importanti dei loro ragionamenti». Ma la strada del dialogo è ancora tutta da percorrere: ieri, dopo il vertice con i comitati, la minoranza non è riuscita a far sintesi su una proposta. Così i lavori dell’Aula sono andati avanti molto lentamente come nei giorni precedenti: su ogni emendamento il centrodestra ha chiesto la votazione con appello nominale. Il dibattito riprenderà martedì mattina.
Intesa rinviata
Nell’opposizione che ancora non ha chiuso su una proposta unitaria, ci sono anime diverse. Alessandro Sorgia della Lega sposa la linea dei Comitati sulla necessità di discutere in Aula la Pratobello 24 anche con la possibilità di modificarla. Ugualmente, per Gianni Chessa di Forza Italia «serve la disponibilità a discutere in Aula la proposta popolare dando priorità alle 210mila firme». Dall’altra parte ci sono gli altri partiti: per Umberto Ticca dei Riformatori «va modifico l’impianto normativo delle Aree idonee per arrivare alla miglior legge possibile in un tema fondamentale per lo sviluppo della Sardegna». Di certo, «la tenuta del ddl 45 è debole, proveremo a rinforzare l’impianto e ci saranno una serie di correzioni, proveremo a reimpostare questa legge». Il capogruppo di FdI Paolo Truzzu ricorda cos’hanno ribadito i comitati, cioè che la Pratobello è irrinunciabile: «Proprio per questo abbiamo portato la proposta in Aula sotto forma di emendamenti, perché secondo noi contiene principi irrinunciabili, su questi costruiremo una proposta per la maggioranza per capire se l’apertura può sfociare in qualcosa di positivo per la Sardegna: una transizione energetica democratica nel rispetto del territorio». Per Truzzu, «il principio dal quale ripartire resta lo Statuto, e la nostra competenza primaria in materia urbanistica, che è lo stesso sancito dalla proposta di Pratobello, ed è l’unica arma per tutelare il territorio. Se ci riusciremo, saremo in grado di trovare una quadra».
Il presidente
Secondo il presidente del Consiglio regionale Piero Comandini, ieri e mercoledì sono stati fatti importanti passi avanti. Il riferimento del dem è alle trattative tra schieramenti: «Il senso di responsabilità manifestato da tutte le forze politiche, anche di minoranza, per contribuire a scrivere il testo migliore, ritengo sia un passo in avanti e dimostra l’autonomia di questo Consiglio regionale nel fare buone leggi». Sulla delusione dei comitati: «All’interno dell’Assemblea ci sono 60 consiglieri eletti democraticamente che hanno a cuore le preoccupazioni dei firmatari della Pratobello».
Roberto Murgia
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