«Una sanità digitale per garantire la salute a tutti i cittadini»

Il debutto nel mondo del lavoro il primo maggio del 1979, dopo il diploma all’istituto tecnico industriale. L’avventura da imprenditore che comincia nel 1988, «con una Sas che aveva 5 milioni di lire di capitale e la mia quota era l’extrasconto per un personal computer Nixdorf Siemens, dove tutto era tedesco, dall’acciaio ai chip».

Oggi Fausto Manzana, trentino, classe 1959, è l’amministratore delegato di Gpi (Gruppo per l’informatica), azienda da lui fondata che in pochi anni cresce, arrivando a controllare un importante portafoglio di aziende specializzate. A seguito di numerose operazioni di consolidamento e integrazione del business originario, Gpi diventa interlocutore primario nel campo dell’informatica socio-sanitaria e dei modelli di welfare al servizio della salute del cittadino, sia per gli enti pubblici che per le aziende private, con un’offerta di prodotti e servizi unica nel suo genere in ambito sanitario e assistenziale.

Dal 2019 Manzana è presidente di Confindustria Trento, nel 2023 è stato nominato al vertice della Fondazione Nord Est. Nell’ottobre del 2024 ha coronato una carriera percorsa tutta d’un fiato, con la nomina a Cavaliere del lavoro. Emozione alla cerimonia al Quirinale, con il conferimento dell’onorificenza da parte del presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

«Avevo intuito che il mondo della sanità – racconta l’imprenditore – potesse essere un mercato ricchissimo per l’information technology. Siamo partiti da casa nostra, dal Trentino, realizzando i software per la contabilità dell’Usl di Pergine e dell’ospedale Villarosa, in Valsugana. Fornivamo know how e installazione: all’epoca connettere una stampante e un Pc era una mezza opera d’arte, eravamo ancora nell’epoca dei mini computer, preistoria rispetto a oggi. Basti pensare che avere una macchina con 128 kylobites di memoria era già una cosa importante, quasi eccezionale. Adesso 128 kylobites fanno sorridere, i progressi sono stati enormi».

Da allora anche Gpi ha seguito l’onda della rivoluzione tecnologica, tenendone il passo. «Attualmente gestiamo una mole di dati sanitari importanti in tutta Italia e all’estero – spiega il cavalier Manzana – . Facciamo sistemi amministrativi della sanità, più di un terzo dei bilanci della salute italiana li gestiamo sui nostri sistemi, così come ci occupiamo di amministrazione delle produzioni, pronto soccorso e forme di accesso agli ospedali. Migliaia di operatori, medici, infermieri, assistenti, utilizzano le nostre cartelle cliniche digitalizzate. E ancora ci occupiamo di sistemi informativi territoriali, di vaccinazioni, psichiatria e tanto altro. Infine i dipartimentali, come radiologie, laboratori di analisi. E ancora forniamo i robot per le grandi farmacie degli ospedali, macchine in grado di prendere dagli scaffali in tempi velocissimi i farmaci necessari per un paziente. La grande rivoluzione l’abbiamo avuta grazie alla rete a partire dalla metà degli anni Novanta. Con l’Ip abbiamo abbandonato la connessione punto su punto, ma ci siamo indirizzati verso una connessione sul network, così tutto è diventato più semplice e rapido».

Gpi dal 2016 è quotata in Borsa «e ci siamo arrivati dopo un percorso – aggiunge l’ad della società – . Mi ero reso conto che, essere da solo alla guida di una azienda che stava diventando grande e complessa, non era più un vantaggio, ma una diminutio. Così abbiamo cercato per una partnership un fondo, Orizzonte, arrivato nel 2013, che ci ha accompagnato fino alla quotazione a Piazza Affari, con l’emissione del primo minibond, operazione realizzata grazie al contributo di Banca Finint. Alla fine del 2022 abbiamo realizzato un aumento di capitale che ci ha portato altre risorse per crescere e procedere con gli investimenti, che sono fondamentali».

Gpi è un colosso del settore e ha chiuso il 2023 con ricavi pari a 433,4 milioni di euro, in aumento di 86,4 milioni rispetto all’anno precedente. L’incremento del +24,9% è sostenuto dalla crescita organica del +11,4% e alla crescita per linee esterne che vale il +13,5%. «Vedo un futuro importante per noi, per le aziende come la nostra, nel crescere, nell’informatizzare alcune aree anche periferiche – osserva Manzana – . Gpi potrebbe vendere i suoi prodotti a livello globale, il piano industriale che abbiamo approvato, prevede nel 2029 di superare i 700 milioni di euro di fatturato. Ritengo si possa realizzare una piccola multinazionale partendo da Trento, già vendiamo in 70 paesi nel mondo, l’obiettivo è quello di allargare gli orizzonti».

Sul futuro della sanità l’amministratore di Gpi ha le idee chiare. «Il sistema sanitario di carattere universale – dichiara – è un asset strategico del Paese, che ha influenza sulla democrazia e sul livello del benessere dei cittadini. Abbiamo ancora uno dei sistemi sanitari più efficienti e meno costosi al mondo, nonostante le difficoltà contingenti. Per preservare questo approccio che ci siamo dati decenni fa, è necessaria più efficienza, più investimenti, ridurre i costi di gestione. E mettere in capo a chi se lo può permettere le prestazioni più ancillari. Il nostro sistema non può erogare a lungo tutte le prestazioni, bisogna fare i conti con la realtà. La spesa sanitaria continuerà a crescere, è inevitabile. In questo quadro la tecnologia può contenere i costi della sanità. Investire in tecnologia e in sistemi informativi è basilare, servono modelli organizzativi diversi da quelli attuali. E visto che ci sono grandi difficoltà a recuperare medici e specialisti, dobbiamo utilizzare al meglio le tecnologie e l’intelligenza artificiale».