I: Save the Children, almeno 28 bambini uccisi nell’ultimo brutale attacco in Congo

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RDC: Save the Children, almeno 28 bambini uccisi nell’ultimo brutale attacco nella parte orientale della Repubblica Democratica del Congo

 

Più di 7 milioni di persone, tra cui 3,5 milioni di minori, sono sfollate a causa del conflitto. L’Organizzazione rilancia l’appello alla comunità internazionale affinché intraprenda azioni immediate per affrontare la crisi in rapida evoluzione, fornendo assistenza agli sfollati, sostenendo gli sforzi per proteggere i civili e lavorando per una soluzione pacifica al conflitto

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Ci sono almeno 28 bambini tra le 52 persone uccise in un violento attacco nel territorio di Djugu, nella provincia di Ituri, nella parte orientale della Repubblica Democratica del Congo (RDC). L’ondata di estrema violenza sta alimentando una crescente crisi umanitaria in tutto il Paese. Lo ha affermato Save the Children, l’Organizzazione che da oltre 100 anni lotta per salvare le bambine e i bambini a rischio e garantire loro un futuro.

Save the Children ha ricevuto segnalazioni dai partner nel territorio di Djugu che confermano la morte di 28 minori nell’attacco avvenuto lunedì sera, molti dei quali erano studenti delle scuole locali. Gli aggressori hanno usato machete, pistole e fuoco per attaccare il villaggio, che ospitava tante famiglie, tra cui molte donne e bambini. Diverse case sono state rase al suolo, con le persone intrappolate al loro interno.

Moise*, leader della comunità nel territorio di Djugu, che collabora con Save the Children su vari progetti, ha dichiarato: “Viviamo in una costante insicurezza. È impossibile camminare per 20 metri senza rischiare la morte. Dipendiamo dall’agricoltura per il nostro sostentamento. Questa è una stagione cruciale per la semina, con la speranza di raccogliere a maggio e giugno. Tuttavia, a causa della situazione attuale, è impossibile andare nei campi perché è pericoloso stare a più di un chilometro da casa. La carestia uccide più del fuoco dell’esercito, soprattutto i bambini. Tra le vittime di questa settimana ci sono stati alcuni studenti. Molti altri scolari e insegnanti sono ora fuggiti. Ciò potrebbe portare bambini e ragazzi all’abbandono scolastico a causa di quello che hanno vissuto e della fuga degli insegnanti. Esortiamo le autorità ad assumersi la responsabilità di proteggere la popolazione e consentire ai più piccoli di tornare a scuola”. 

La Repubblica Democratica del Congo (RDC) è attualmente devastata da molteplici conflitti. La provincia di Ituri si trova nell’estremo Est del Paese, nella parte settentrionale delle province del Nord e del Sud Kivu, dove un altro conflitto ha ucciso nelle ultime settimane più di 3.000 persone, tra cui molti bambini, secondo i rapporti delle Nazioni Unite. Nella RDC più di 7 milioni di persone, tra cui 3,5 milioni di bambini, sono sfollate a causa del conflitto. 

“Siamo scioccati e indignati da questo insensato e brutale attacco contro minori innocenti. L’uccisione di bambini in qualsiasi conflitto costituisce una grave violazione del diritto internazionale umanitario e deve essere condannata con la massima fermezza, mentre gli autori di questo atto devono essere chiamati a risponderne.  Quest’ultimo attacco sottolinea l’urgente necessità di maggiore protezione e sostegno per le persone e le comunità colpite, per i bambini e le loro famiglie. Nonostante l’aumento dei bisogni, l’attuale risposta umanitaria nella parte orientale della RDC è ampiamente inadeguata, a causa di una carenza di finanziamenti e di una bassissima attenzione internazionale.  Ribadiamo il nostro appello alla comunità internazionale affinché intraprenda azioni immediate per affrontare la crisi in rapida evoluzione nella RDC. Ciò include fornire assistenza agli sfollati, sostenere gli sforzi per proteggere i civili e lavorare per una soluzione pacifica al conflitto” ha dichiarato Greg Ramm, Direttore di Save the Children nella Repubblica Democratica del Congo.

Save the Children ha iniziato a operare nella parte orientale della RDC nel 1994 e attualmente collabora con 13 partner locali, nonché con partner internazionali e autorità governative, per fornire assistenza sanitaria, nutrizione, acqua, servizi igienico-sanitari, protezione dell’infanzia e sostegno educativo ai bambini e alle loro famiglie.

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