M5s dice “no” all’inceneritore della Montello: «Progetto dannoso per il territorio»

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Un “no” deciso alla realizzazione di un altro inceneritore a opera della Montello Spa. E’ la presa di posizione del Movimento 5 Stelle di Bergamo, che segue quella del Pd in Consiglio regionale.

«Un progetto dannoso per il territorio»

La dichiarazione è arrivata dal coordinatore provinciale dei pentastellati Danilo Albani Rocchetti, dal coordinatore territoriale M5s della pianura bergamasca Massimo Bologna, e da Vittorio Apicella, coordinatore del gruppo M5S Bergamo nonché ex candidato sindaco alle ultime amministrative.

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«La realizzazione di questo termovalorizzatore – spiegano in un comunicato – rappresenta una scelta anacronistica e dannosa per il territorio. Invece di investire in tecnologie obsolete e impattanti, dobbiamo puntare con decisione sull’economia circolare, sulla riduzione dei rifiuti e su soluzioni innovative che tutelino la nostra salute e il nostro ambiente. La nostra priorità è la qualità della vita dei cittadini e la salvaguardia del nostro territorio».

I motivi del no all’inceneritore

Per il Movimento, ci sono molteplici motivi per opporsi ai termovalorizzatori. «Innanzitutto, studi scientifici inequivocabili dimostrano i gravi rischi per la salute derivanti dalle emissioni degli inceneritori – hanno spiegato -. Diossine, furani e metalli pesanti, sostanze altamente nocive prodotte da questi impianti, sono direttamente collegate all’aumento di patologie respiratorie, cardiovascolari e tumorali».

«La prevista vicinanza dell’impianto ai centri abitati di Montello e dei comuni limitrofi amplifica esponenzialmente l’esposizione della popolazione a queste sostanze pericolose», sostengono.

In secondo luogo c’è la questione della qualità dell’aria, già compromessa: «La Pianura bergamasca è un territorio che già soffre di una qualità dell’aria precaria, aggravata dalle emissioni industriali esistenti. La persistente problematica legata all’inquinamento odorigeno causato dall’azienda Montello Spa, ancora irrisolta, è una ferita aperta per la nostra comunità. Un termovalorizzatore non farebbe altro che peggiorare ulteriormente una situazione già critica».

Inoltre, per i 5 Stelle «è necessario considerare anche gli effetti negativi a medio e lungo termine, perché tra le minacce concrete ci sarebbero l’accumulo di sostanze tossiche nel suolo e nelle falde acquifere, la compromissione della biodiversità locale e l’aumento della resistenza agli inquinanti nei microorganismi. Fattori che metterebbero a serio rischio l’agricoltura, l’acqua potabile e l’ecosistema, con ripercussioni sulla salute umana e animale. Inoltre, l’aumento esponenziale dei rifiuti in ingresso all’impianto aggraverebbe ulteriormente il quadro delle emissioni».

Il pericolo della svalutazione degli immobili

«Un altro punto critico è il danno economico e sociale – hanno proseguito -. La realizzazione del termovalorizzatore determinerebbe inevitabilmente una drastica svalutazione degli immobili della zona. La presenza di un inceneritore nelle vicinanze allontanerebbe investimenti residenziali e commerciali, generando un danno economico diretto per i cittadini che vedrebbero deprezzarsi il valore delle loro proprietà, senza alcuna forma di indennizzo».

Per i pentastellati si dovrebbe, tra l’altro, considerare anche il possibile deturpamento del paesaggio e dell’ambiente: «L’impianto si configurerebbe come una ferita nel cuore del nostro paesaggio, un territorio ricco di percorsi naturalistici, sportivi e culturali. Anni di investimenti da parte delle amministrazioni locali e di altri enti territoriali per valorizzare il patrimonio naturale della zona sarebbero vanificati dall’introduzione di un’infrastruttura così invasiva e impattante» hanno affermato.

Un’iniziativa esclusivamente privata

«È importante sottolineare che non vi è alcun beneficio per la comunità. È inaccettabile che un’opera di tale portata, con conseguenze così gravi per il territorio, sia pensata unicamente per la produzione di energia a beneficio dell’azienda Montello, senza alcun vantaggio concreto per la popolazione locale».

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La richiesta di realizzazione dell’impianto arriva poi in un momento in cui, in Lombardia, i dodici inceneritori operativi non solo soddisfano appieno la richiesta interna per lo smaltimento dei rifiuti, ma si trovano addirittura a eliminare quelli importati da altre zone d’Italia. Il tutto, considerando pure che 41 sindaci del territorio hanno espresso in maniera netta e inequivocabile la loro contrarietà e la loro profonda preoccupazione per questo progetto: «Il loro parere, in quanto rappresentanti diretti delle comunità locali, deve essere ascoltato e considerato con la massima attenzione. Analogamente, la massiccia mobilitazione popolare, con migliaia di firme raccolte contro il progetto, dimostra inequivocabilmente il rifiuto della cittadinanza».

Chiesto un confronto pubblico

Ma quali sono allora le alternative al termovalorizzatore nella gestione dei rifiuti? «L’economia circolare, la riduzione dei rifiuti alla fonte, il riciclo avanzato, il compostaggio, gli impianti di trattamento meccanico-biologico (Tmb) e la digestione anaerobica rappresentano percorsi concreti e virtuosi per una gestione dei rifiuti rispettosa dell’ambiente e della salute pubblica. Investire in queste direzioni è la vera sfida per un futuro sostenibile» sostengono i pentastellati.

Infine, i coordinatori del Movimento hanno chiesto alle autorità di avviare un confronto aperto e costruttivo con le istituzioni e la cittadinanza, per individuare soluzioni alternative realmente sostenibili e rispettose del territorio: «La salute dei cittadini, la tutela dell’ambiente e il futuro della Pianura bergamasca non possono essere sacrificati sull’altare di interessi particolari e di scelte obsolete».



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