I truffatori hanno commesso il più classico degli errori: sono tornati per la seconda volta sul luogo del delitto. E così sono finiti tutti in manette con l’accusa di aver utilizzato documenti falsi per fare acquisti in una gioielleria di via Monte Napoleone, che da pochi giorni è diventata la strada più cara al mondo sopravanzando la Fifth Avenue di New York. E proprio dalla Grande Mela sono arrivati in città quattro dei cinque protagonisti di questa vicenda, che si è conclusa venerdì con le manette: in cella sono finiti quattro uomini di età compresa tra 26 e 34 anni e una ragazza di 22 anni originaria della California. A far scattare l’allarme è stata una mail del circuito American Express: “Attenzione, nel vostro negozio sono stati effettuati acquisti con carte di credito potenzialmente rubate”, il testo che ha fatto drizzare le orecchie a titolare e dipendenti. L’alert ha innescato una segnalazione alla polizia, che ha iniziato a monitorare il Quadrilatero.
Quando uno dei ladri, il trentenne, è tornato per colpire ancora, gli agenti della sezione “Contrasto al crimine diffuso”, coordinati dal dirigente Alfonso Iadevaia e dal funzionario Filippo Bosi, lo hanno atteso all’uscita e ne hanno monitorato gli spostamenti. L’uomo è salito su una Volvo che lo aspettava in via Borgospesso con i quattro complici a bordo. Al momento del controllo, il conducente ha accelerato per scappare, rischiando di investire i poliziotti in borghese; la fuga è durata poco, anche grazie alla prontezza di riflessi di un noleggiatore con conducente che con una manovra ha fatto sì che l’altra auto restasse imbottigliata nel traffico. Nell’abitacolo, gli investigatori hanno trovato dodici carte di credito (di cui undici non intestate ai cinque), bracciali e accessori di lusso comprati in altri negozi della zona. Non è finita. Ulteriori accertamenti hanno consentito ai segugi di via Fatebenefratelli di rintracciare il covo della banda, un appartamento affittato in via Vignati ad Affori: lì sono stati sequestrati documenti falsi, altre credit card portate via ai legittimi proprietari, oggetti di pregio e scontrini di esercizi commerciali di Montenapo e dintorni. Il bilancio finale parla di 37 carte di credito intestate ad altre persone, 19 documenti contraffatti e beni per 200mila euro. I cinque dovranno rispondere anche di ricettazione.
Nicola Palma
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