Nessuno sconto, nessun passo indietro. La Corte d’Appello di Bologna ha confermato l’ergastolo per Simone Benedetto Vultaggio, il 48enne riminese che che il 25 giugno del 2022, nell’abitazione di via Rastelli, a Rimini, uccise a colpi di mattarello e con 51 coltellate la sua compagna, nonché madre di suo figlio all’epoca di nemmeno 5 mesi, la 33enne romana Cristina Peroni.
Il difensore di Vultaggio, l’avvocato Massimiliano Orrù, aveva impugnato la sentenza della Corte d’Assise di Rimini del 4 dicembre scorso. In appello, con l’udienza che si è svolta proprio nella giornata contro la violenza sulle donne, i giudici bolognesi hanno confermato le quattro aggravanti contestate all’imputato, ovvero l’aver agito per futili motivi, con crudeltà, durante la convivenza e nell’ambito dei maltrattamenti, senza riconoscergli le attenuanti generiche. Vultaggio, che in passato aveva minacciato e aggredito Cristina in più occasioni, anche mentre era incinta, temeva che la donna se ne volesse andare definitivamente portando con sé anche il figlio. Così, quella mattina, al culmine dell’ennesima lite, la uccise con inaudita ferocia.
L’avvocato Orrù ha già annunciato il ricorso in Cassazione, per una valutazione sulle questioni di diritto, che – ha dichiarato – “ci auguriamo trovino maggiore spazio”. Il 48enne riminese, presente in aula al momento della lettura del dispositivo, non è apparso affatto sorpreso dalla decisione della Corte. Dal carcere dei Casetti di Rimini, dov’è tuttora detenuto, continua a chiedere costantemente notizie del figlio, affidato alla nonna materna. A tal proposito sono in corso trattive tra legali, di parte civile e difesa, per gestire un eventuale riavvicinamento delle due famiglie nell’interesse del minore.
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