Il -5 in classifica, il terzultimo posto, una rovente contestazione all’indirizzo della proprietà mentre la squadra continua – come dopo il ko col Foggia – a raccogliere applausi per la straordinaria capacità di isolarsi dalle turbolenze societarie e concentrarsi solo sul rettangolo verde. È una stagione da incubo per la Turris, alle prese con una gestione societaria gravemente deficitaria a dispetto di note e comunicati che danno per imminente – ma accade ormai da settimane – l’auspicata svolta (affidata ad un non meglio precisato «gruppo internazionale»).
Ma il peggio intanto è dietro l’angolo, legato a doppio filo alla prossima scadenza federale del 16 dicembre. Perché? Dal 16 ottobre, questo il dato ad oggi emerso, il club di Capriola ancora non ha versato i contributi Inps e le ritenute Irpef dovuti per le mensilità di luglio e agosto: si tratta di uno scoglio enorme in vista del 16 dicembre. Uno scoglio contro cui la Turris potrebbe letteralmente schiantarsi, pagando col prezzo più alto, quello dell’esclusione dal campionato.
Gli scenari ipotizzabili – Nella più ottimistica delle previsioni, sganciata però da ogni elemento concreto (la famosa cessione del 50% si sarebbe dovuta perfezionare entro il 15 novembre), la Turris potrebbe saldare ogni pagamento (vecchie pendenze e nuove scadenze) e mettersi così perfettamente in regola e al riparo da ogni ulteriore “mazzata”.
Ancora. Il club potrebbe saldare la pendenza pregressa (contributi Inps e ritenute Irpef) senza onorare la prossima scadenza del 16 dicembre: in questo caso se la “caverebbe” con una nuova penalizzazione (che equivarrebbe però ad un colpo di grazia in termini sportivi).
L’ultima ipotesi è quella più estrema: resta inadempiuta la scadenza del 16 ottobre (debito non più rateizzabile) ed al 16 dicembre si certifica una nuova inadempienza relativa al bimestre settembre-ottobre. A questo punto scatterebbe la massima sanzione, quella della esclusione dal campionato. Alla vigilia della nuova sfida salvezza in casa della Juve NG – corallini in campo domani per il recupero di campionato –, scatta dunque prepotente il nuovo campanello d’allarme per la Turris.
Ora più che mai, in tanti fra i tifosi invocano un nuovo intervento istituzionale – si tratta però si società private ed il sindaco non può avere alcuna ingerenza – che possa alimentare l’ultima speranza ad oggi emersa: quella di un nuovo coinvolgimento della famiglia Colantonio.
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