Cronaca
Sale il numero degli indagati dopo il maxi blitz del 31 gennaio al carcere di Gazzi a Messina quando carabinieri e agenti di polizia penitenziaria perquisirono la casa circondariale alla ricerca di telefoni cellulari e droga. Un altro detenuto è stato trovato in possesso di uno smartphone, nascosto dietro un armadietto
Sale a 35 il numero degli indagati nell’inchiesta aperta dalla Procura diretta da Antonio D’Amato sulla presenza di droga e telefonini al carcere di Gazzi. Un’inchiesta che è sfociato il 31 gennaio scorso nel maxi blitz alla casa circondariale e che lo scorso 7 febbraio ha fatto registrare una nuova perquisizione.
Proprio durante questo nuovo controllo un ispettore della Polizia penitenziaria ha trovato un Iphone Se con il caricatore, privo di sim card, nella cella di un detenuto, nascosto dietro un armadietto a muro collocato nel bagno nella cella n. 5, al primo piano alla sezione “Cellulare”.
A fine gennaio vennero trovati dieci telefonini nella perquisizione effettuata da oltre un centinaio di uomini tra i carabinieri del Nucleo investigativo del Comando provinciale di Messina e quelli del Nucleo investigativo centrale di Roma della Polizia penitenziaria.
L’indagine coordinata dalla procuratrice aggiunta Rosa Raffa e affidata ai sostituti della Distrettuale antimafia Francesca Bonanzinga e Marco Accolla e alla collega della Procura Anita Siliotti mira a fare luce sul traffico di droga e telefonini all’interno del carcere di Gazzi.
Scoperti anche i “viaggi” effettuati servendosi di alcuni droni per i rifornimenti. Adesso nel registro degli indagati risultano iscritti 9 appartenenti alla Polizia penitenziaria – di cui è stata decisa nei giorni scorsi la sospensione dall’Amministrazione centrale -, e 26 detenuti.
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