Il sindaco Albertella: «L’assalto all’Asl, l’assistenza minima non garantita sono macigni sulla nostra comunità»
Circa mille persone si sono presentate al distretto sanitario di Verbania per accaparrarsi uno dei 570 posti disponibili dopo che una dottoressa ha aumentato il numero di persone a cui può fornire assistenza. La metà di loro è rimasta senza medico di base, una situazione in cui si trovano migliaia di cittadini della provincia del Vco.
«È poca cosa rispetto al problema gigantesco che dobbiamo affrontare, ma un piccolo dato positivo di mercoledì è che 570 cittadini hanno nuovamente il medico di famiglia – commenta Giandomenico Albertella, sindaco di Verbania -. Quello drammatico è che nel Verbano oltre ottomila persone ancora ne aspettano uno. È un viaggio che condividiamo con voi, non stiamo a guardare, non esistono prima o seconda classe: la barca è una sola e non si lascia indietro nessuno».
«L’assalto all’Asl, l’assenza dei medici di base, l’assistenza minima non garantita sono macigni sulla nostra comunità – aggiunge il primo cittadino -. L’assenza di riforme strutturali del sistema sanitario ricade direttamente sui cittadini, su di noi. Stiamo lavorando ventre a terra perché la Casa di comunità, capace di assorbire molta della richiesta di assistenza, non resti sulla carta ma apra quanto prima. E stiamo sollecitando con forza perché chi ne ha le competenze risolva questa situazione».
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Per il Pd del Verbano-Cusio-Ossola, quanto accaduto è una «vergogna. Nel Vco la sanità sta crollando e la regione guidata dal centrodestra tace e non fa nulla. Nemmeno l’accesso online per ottenere il medico è stato consentito».
In una nota, l’Asl Vco parla di «afflusso certamente numeroso», spiegando che «in un’ora sono stati assegnati al medico 300 pazienti e ve ne erano in coda altri 250, che nell’ora seguente fino a 200 sono stati assegnati».
Per quanto riguarda i disservizi sull’app «parrebbe che sia stato un problema di sovraccarico, non a livello locale ma regionale».
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