L’idea è venuta a mamma Daniela, preoccupata per il suo futuro. La struttura ricettiva dovrebbe entrare in funzione a maggio e sarà gestita anche da altri ragazzi con disabilità
Gianmarco Feleppa ha 18 anni e la sindrome di Down e il suo futuro è più radioso che mai. Tra qualche mese gestirà un bed and breakfast a Diamante, la città in cui vive con la famiglia, per imparare a superare gli ostacoli della disabilità e diventare autonomo e indipendente. Oltre a lui, qui lavoreranno altri ragazzi con la stessa sindrome, cosicché questi spazi possano diventare anche un luogo di socialità e inclusione. L’idea è venuta a mamma Daniela, preoccupata per il suo futuro, soprattutto quando un giorno non sarà più lei a potersi prendere cura di suo figlio.
Il progetto
Gianmarco frequenta l’istituto alberghiero di Diamante, un plesso nei pressi della struttura, gli piace la pizza con le patatine e ha tanti sogni nel cassetto. Ad esempio, vuole costruire una piscina tutta sua in cui fare il bagno vista mare, diventare un grande chef e incontrare i suoi idoli: Geolier e Dybala. Oggi non vede l’ora di ospitare i primi clienti nel B&B che ha visto nascere e di cui ha curato i dettagli. Questo posto, incastonato tra cielo e mare sulla collinetta diamantese, l’ha voluto sua madre, Daniela Sollazzo, per spianargli la strada verso una vita autonoma. L’ha voluto con tutte le sue forse, a qualunque costo, sfiorando anche il rischio di vedere andare tutto in fumo. A causa delle difficoltà e delle spese impreviste, qualche tempo fa la donna aveva deciso di mettere in vendita lo stabile, rinunciando al suo ambizioso progetto. Ma l’amore per suo figlio, e il calore della sua famiglia, l’hanno spinta a ripensarci e ad andare avanti. Il B&B dovrebbe essere pronto a breve e a maggio dovrebbe già entrare in funzione.
Il cuore grande di una mamma
«Questo progetto – dice Daniela ai nostri microfoni – nasce dal sogno di due genitori che vogliono vedere un figlio speciale realizzato anche per il futuro. Il sogno di Gianmarco è quello di diventare uno chef e noi gli stiamo dando questa possibilità. Con le prime colazioni, con l’idea di allargare il progetto come “home restaurant” – continua –, cercheremo di tirare fuori le sue abilità». Per Daniela e la sua famiglia la realizzazione di questo b&b, nonostante le difficoltà, è fondamentale importanza. «Il pensiero è sempre quello di lasciare i figli con disabilità più o meno importante in maniera tranquilla. Sì, l’obiettivo cardine era proprio quello di creare un “dopo di noi“, non solo per Gianmarco, ma anche per altri ragazzi con disabilità cognitiva, che è poi quella che ha un impatto maggiore nella società. Ci siamo buttati anima e corpo in questo progetto – conclude – affinché Gianmarco e i ragazzi come lui possano avere un futuro dignitoso, sereno e felice, perché anche loro meritano la felicità».
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