IL COMMENTO Ischia e i capitoli di una storia – Il Golfo 24

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DI GIUSEPPE LUONGO

Nel numero del quotidiano Il Golfo del 12 febbraio sono apparsi tre articoli che ben rappresentano la storia recente dell’isola d’Ischia, dopo le recenti catastrofi sismica del 21 agosto 2017 e idrogeologica del 26 novembre del 2022. Il primo, l’editoriale, “Una colata di cemento ci seppellirà”, denuncia la speculazione edilizia e la mancanza di case per gli sfollati delle aree colpite dal sisma e dalle colate di fango. Il secondo articolo è quasi un grido di dolore per l’angoscia che colpisce quelle famiglie che rischiano l’abbattimento delle proprie abitazioni abusive. Così a questi nuclei familiari si aggiungono quelle colpite dai due recenti disastri ambientali. In questo caso chi denuncia questa condizione sociale insostenibile dell’abusivismo è un componente del consiglio comunale di uno dei comuni dell’Isola. Non si tratta, quindi di un professionista libero da impegni di amministratore, come per il primo articolo, ma di un cittadino direttamente coinvolto nelle scelte del consesso impegnato nel governo del territorio. Le soluzioni proposte per superare la crisi denunciata sono la realizzazione di case popolari da destinare ai cittadini senza dimora o utilizzare strutture del patrimonio pubblico convertite in abitazioni. Il tutto senza proporre un progetto complessivo che metta tutto insieme la perdita delle abitazioni per le catastrofi e l’abbattimento delle costruzioni abusive. Se poi si procede sotto la spinta della necessità abitativa degli sfollati senza un piano con i tempi certi e non si vigila sull’insidia della cementificazione incontrollata, accade quanto si predica da tempo sulla necessità di evitare un ulteriore consumo di suolo; problema di grande rilevanza per un’isola votata al turismo per le sue pregevoli caratteristiche ambientali.

Il terzo articolo si allontana dalle tematiche tragiche dei primi due, ma si integra con i loro contenuti. Si tratta di un’intervista al sindaco di Lacco Ameno che auspica l’inserimento del Comune nell’elenco dei siti Patrimonio culturale e naturale dell’Umanità dell’UNESCO. I beni candidabili per l’iscrizione nella lista sono numerosi e di valore adeguato ai canoni previsti dagli uffici competenti dell’Unesco, sia classificabili come patrimonio culturale che naturale. Ricordo che questo tema fu affrontato dal carissimo e compianto amico Pietro Greco, giornalista scientifico, uomo di cultura, cittadino di Ischia, noto nelle istituzioni culturali del nostro Paese come esperto, tra l’altro, della storia del pensiero scientifico, proponendo l’Isola e non solo una sua parte per il suo inserimento nell’elenco dei siti patrimonio dell’umanità. Purtroppo, questo progetto non giunse in porto, ma poi seguirono gli eventi disastrosi del terremoto del 20217 e della colata di fango del 2022 che colpirono Casamicciola. Dopo questi eventi l’impegno per la rinascita sia di Casamicciola e della stessa Isola avrebbe dovuto intensificarsi, realizzando una svolta urbanistica finalizzata alla difesa e alla valorizzazione del patrimonio culturale e naturale con l’obiettivo duplice della sicurezza del territorio e dello sviluppo sostenibile, rispondendo positivamente anche alla politica “green” dell’Europa. I fatti mostrano che poco o nulla è stato realizzato nell’Isola con tali obiettivi, così sono sorpreso nel leggere i propositi dell’amministrazione di Lacco. La Giunta del Comune ha votato una delibera con oggetto “Richiesta di inserimento delle Terme d’Ischia nella lista dei siti Patrimonio dell’Umanità dell’Unesco”. Forse sfuggonnogli effetti dell’abbandono di questa straordinaria risorsa naturale nei decenni passati e la profonda crisi di questo settore, un tempo trainante nello sviluppo economico dell’Isola. Un risultato negativo da attribuire alla mancanza di idee e di coraggio dei titolari delle strutture termali, ma anche alla scarsa visione delle amministrazioni che hanno puntato a un turismo di massa, indirizzando la domanda in una direzione che metteva ai margini il turismo idrotermale. Questa risorsa è incompatibile con uno sfruttamento intensivo del territorio, oggi diremmo “consumo di suolo”. Una sorgente termale è il prodotto dell’interazione tra la falda, le rocce che attraversa, il calore del sottosuolo e la risalita dei gas da una sorgente magmatica; quindi, si tratta di una risorsa particolarmente sensibile alle condizioni ambientali e per la sua conservazione e utilizzazione occorre un’attenta vigilanza, in sua mancanza la risorsa si deteriora e può azzerarsi. Chi scrive ha in più occasioni proposto la realizzazione di un Parco delle Acque per le sorgenti che emergono nel territorio di Casamicciola, senza successo. La proposta della Giunta di Lacco potrebbe essere l’inizio di un nuovo approccio alla difesa della risorsa termale, per poi sollecitare le strutture competenti per l’inserimento nell’elenco dell’Unesco.

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