Figura A. Giovanni Maffezzoli, cassettone intarsiato (G. Wannenes, Mobili d’Italia. Il Settecento. Storia, stili, mercato, Giorgio Mondadori, Milano 1984 p. 170d).
[5]
Di questo stesso cassettone con un piano in marmo diverso o di un suo gemello è stata pubblicata, nell’articolo del 2019 citato nella nota 1 (ivi Figura 18), un’immagine in bianco e nero tratta dal volume: Piero Pinto, Il mobile italiano dal XV al XIX secolo, De Agostini, Novara 1962, tav. 41.
[6]
Di questo presunto artefice operante nell’ambito di Maffezzoli si è parlato nell’articolo Rapporti tra ebanisteria marchigiana e lombarda (ottobre 2023) [Leggi], nonché in un post scriptum all’articolo Francesco Squinzi intarsiatore di inizio Ottocento (maggio 2023) [Leggi].
Giusto per aggiungere ulteriori elementi di incertezza, in attesa che si traducano in preziose indicazioni, il decoro del primo cassetto delle angoliere di Figura 5 è del tutto simile a quello che compare in un gruppo abbastanza omogeneo di mobili per il quale si rimanda all’articolo Mobili neoclassici lombardi con decoro a medaglioni, perline e vasetti (febbraio 2020) [Leggi].
[7]
Una delle caratteristiche decorative del corpus “condiviso” tra Genova e Milano è la composizione delle lesene con un procedimento “a moduli” ossia cambiando la posizione degli stessi decori in esemplari diversi in modo da differenziarli per cui possiamo avere decori ricorrenti come la foglia o il braciere sia alla base della lesena, sia alla sommità (ai lati del primo cassetto). Si rimanda all’articolo del 2019 citato nella nota 1.
[8]
Le ragioni per le quali il mobile di Figura 6 è stato inserito nel corpus “Genova-Milano” sono più complesse e si riferiscono a vari confronti incrociati con altri mobili del gruppo difficili da sintetizzare.
[9]
Non c’è possibilità di confondersi – magari per un errata interpretazione delle scritte – con la famiglia Oldrati di Rosate (Mi), committente di un secretaire attribuito Maffezzoli (Clelia Alberici, Il mobile lombardo, Gorlich, Milano 1969, p. 199).
[10]
Esempio di un tipico comodino neoclassico ligure con vano a giorno sotto il piano dotato di marmo a incasso [Figura B].
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