Sassari «Vent’anni fa ero un giovane sardo come tanti, che sognava di farsi strada nel mondo del lavoro che aveva alle spalle la determinazione dettata anche dalle necessità. Con la grave malattia di mio padre, già a 15 anni studiavo e lavoravo».
A due isolati da Mathew street e dal leggendario Cavern Club, teatro delle primissime esibizioni dei Beatles, nel cuore di Liverpool, una bandiera dei Quattro mori fa capolino da una delle vetrate del pluripremiato ristorante La Famiglia. Giuseppe Spinuso, 41 anni, si prepara all’ennesima giornata in cucina con la soddisfazione di chi sa di avercela fatta. Mamma di Olmedo, papà siciliano, Giuseppe è nato ad Alghero ed è cresciuto tra la Riviera del Corallo e le campagne di Tottubella.
«A casa ci siamo sempre dovuti rimboccare le maniche – racconta lo chef –. Mio padre ha dovuto lasciare il lavoro a 38 anni e con una famiglia di 5 persone da portare avanti ognuno ha dovuto dare il proprio contributo da subito. Quando mi sono isctitto all’Istituto alberghiero mi sono subito messo a lavorare: a 15 anni prendevo 30mila lire a giornata. Col tempo ho iniziato a crescere professionalmente, mi sono fatto le ossa in Costa Smeralda e a Porto Rotorndo, ho lavorato nel bar della Piazzetta San Marco e al Cala di Volpe».
L’iscrizione all’Associazione barman (Aibes) ha aperto al giovane algherese la strada per ulteriori occasioni di confronto, tra concorsi regionali e corsi di formazione. «Ho avuto la fortuna di lavorare per due stagioni accando a Umberto Dacrema, allora presidente dell’Aibes, e dopo essermi diplomato come Food and Beverage Manager nei servizzi della ristorazione, a fine 2005 ho fatto le valigie per provare una nuova esperienza. Insieme ad altri giovani mi sono trasferito in Inghilterra. Ho lavorato a Manchester, Londra, Liverpool. La compagnia Irc mi ha permesso di girare l’Inghilterra e mi ha fatto crescere professionalmente, fino ad arrivare alla posizione di General Manager».
Sul posto di lavoro Giuseppe Spinuso incontra Marta, che lavora per la stessa compagnia: i due prendono casa a Liverpool, si sposano. Nascono Mario e Maya, oggi 9 e 7 anni, e soprattutto nasce la voglia di tuffarsi in una nuova sfida. «Nel 2019, con coraggio e passione, abbiamo deciso di aprire un nostro ristorante. Non il classico ristorante italo-inglese, ma un locale con una forte impronta sarda. Abbiamo portato a Liverpool i sapori della Sardegna offrendo piatti come la fregola, culurgiones, porcetto arrosto, seadas e tantissimi altri prodotti, dalla salsiccia ai formaggi. Nel corso di questi 5 anni siamo riusciti ad affermarci nel territorio, ottenendo anche premi prestigiosi come “Best New Restaurant 2020”, “Best Family and Friendly Restaurant 2023” e, poche settimane fa, “Best Restaurant in The North West 2024”. Vogliamo crescere ancora: l’obiettivo per il 2025 è aprire un secondo ristorante».
Ora che il presente è fatto di solide realtà, Giuseppe Spinuso può voltarsi indietro e valutare con serenità il percorso affrontato. «Sono partito con una valigia piena di sogni e con la Sardegna nel cuore. Sarei dovuto fermarmi in Inghilterra per 3 mesi e invece tra poco saranno vent’anni. Le necessità che avevamo a casa ma soprattutto l’approccio alla vita di mio padre sono state fondamentali: il suo atteggiamento concreto, il non mollare mai di fronte a niente mi hanno influenzato in maniera profonda, mi hanno abituato a cercare di essere forte senza mai cercare scuse. Ora sto iniziando a realizzare i miei sogni lontano da casa, ma la mia terra mi manca sempre da morire. Per me i sacrifici veri non sono quelli di natura “fisica” – conclude lo chef algherese –. Per me il sacrificio è stare lontano dalla Sardegna. Quando vado a casa, in estate, mi rendo conto davvero di cosa mi sto perdendo e spero di poter tornare là, un giorno, a godermi i frutti del lavoro».
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