L’opposizione alla cartella esattoriale per sei sanzioni del 2000 era stata depositata nel 2009
Nel 2009 deposita opposizione contro sei sanzioni amministrative prese nel 2000. Alcune per divieto di sosta, altre per essere passato con il rosso. Valore delle multe, tra sanzione e interessi, circa mille e duecento euro. Ora, dopo quindici anni di silenzio, alle 15 di venerdì scorso, davanti al giudice di pace Eduardo Contento, si è svolta la prima udienza del processo per discutere sull’accoglimento del ricorso.
Parti convocate dal giudice: il ricorrente M. R., 70 anni, assistito dall’avvocato Marco Malara e il Campidoglio. Quest’ultimo tuttavia non si è costituito. E’ un mistero il motivo per i quale ci sia stato questo corto circuito giudiziario che ha scavato un intervallo di tempo così lungo tra la presentazione del ricorso e la prima udienza. Una vicenda emblematica, però, dei «tempi lumaca» della giustizia nel nostro Paese.
Le multe e la cartella esattoriale
Questa la cronaca del caso che si trascina da tanto tempo. Il ricorrente prende alcune multe all’inizio di questo secolo. Si tratta di divieti di sosta e passaggi con il rosso. Nel 2009 arriva la cartella esattoriale per un valore di mille e duecento euro. Che M. R., all’epoca 40 anni, residente a Roma, impugna. Alcune delle sanzioni ricorda di averle pagate, altre ritiene che siano illegittime. Deposita l’opposizione. Aspetta un mese, due mesi. Un anno, due, tre. Cinque. Ma niente. Il tempo trascorre. La sua vita va avanti. Il lavoro e la famiglia lo obbligano a scegliere se vivere nella Capitale o a Cagliare. E alla fine opta per il capoluogo sardo.
La convocazione del giudice di pace
La convocazione del giudice di pace, intanto, non arriva. Del pagamento della cartella nessuno chiede conto e lui lascia che la questione scivoli nell’oblio. Alla fine se ne dimentica. Qualcuno, però, quest’estate mette mano alla pratica. Il 7 luglio del 2024 il giudice di pace comunica al ricorrente che l’opposizione alle sanzioni amministrative si discuterà a fine novembre. L’uomo cade dalle nuvole. È incredulo, inizialmente pensa a uno scherzo. La convocazione, una volta letta con attenzione, però non lascia dubbi: è autentica. La seconda sezione del giudice di pace ha fatto partire la notifica. Nell’invito si fa riferimento alle sanzioni del 2009. Pertanto non si tratta di un refuso.
Le multe «sparite»
L’uomo si rivolge all’avvocato Malara. Il difensore è chiaro, il processo si terrà , bisogna documentarsi. M. R., in occasione di una trasferta a Roma, va in via Teulada con il difensore. Esaminano il fascicolo. Dentro non trovano le multe impugnate o la cartella. C’è un riferimento al ricorso, dove, quindici anni prima, M.R. scrive di multe già saldate oppure, a suo parere, emesse per errore. Vanno all’Agenzia dell’Entrate per vedere se c’è traccia della documentazione. Lui l’ha persa nel trasferimento. Tuttavia sono trascorsi ben dieci anni e di quelle carte non è rimasta memoria negli archivi. L’avvocato Malara e M.R. si danno appuntamento al 29 novembre. Alle 15,00 sono negli uffici del giudice di Pace. Che costatando l’assenza del Comune, li convoca per la seconda udienza del processo: 10 gennaio 2025.
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