BYD Atto 2, come va e cosa offre il suv cinese a misura di città

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Viaggio a bordo di BYD Atto 2, suv elettrico, urbano, accessibile. L’autonomia (reale), le caratteristiche e le prestazioni raccontate nella nostra prova.

Atto 2, un nome che potrebbe non dirvi molto. BYD? Nemmeno. Allora facciamo un ripassino. Chi è BYD ve lo avevamo spiegato nel dettaglio, in occasione del lancio di un altro modello elettrico, Atto 3. Qualche mese dopo, in occasione di un altro lancio, questa volta della berlina elettrica Sealion 7, avevamo spiegato come, mentre l’Europa continua a pagare il prezzo di politiche incoerenti e dell’assenza di una visione strategica per accompagnare una transizione sostenibile, la Cina avanza. Di più, BYD ha recentemente dichiarato di voler cercare fornitori in Italia, un altro indizio di voler accelerare la crescita in Europa.

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E mentre sull’autonomia elettrica di alcuni marchi (BYD, Stellantis, Tesla e Volkswagen) ha aperto un’indagine l’Antitrust, mentre anche Trump sventola lo spauracchio dei dazi (prima solo contro le auto elettriche, adesso contro tutte quelle non costruite negli Usa), la Cina avanza con proposte allettanti, per qualità e accessibilità (con relativa conferma di voler aprire siti produttivi nell’Unione, il primo in Ungheria). Ecco, Atto 2, il suv urbano (ed elettrico) appena presentato dal colosso cinese BYD è la prova provata che non solo i dazi non possono essere la soluzione, ma che l’industria asiatica sta facendo passi da gigante, facendo quello che l’industria auto europea fatica a fare, ossia rendere accessibile l’auto elettrica.

L’elettrica Atto 2©BYD

BYD Atto 2, il prezzo (allettante) e i competitors (agguerriti)

Proprio così. BYD debutta nel cuore del mercato dell’auto, un mercato che continua ad attraversare un momento difficile (a gennaio le immatricolazioni in Italia sono calate del 5,9 per cento rispetto al 2024, con una transizione in stallo, senza incentivi e le elettriche ferme al 5 per cento, dati Unrae), ma che vede nella categoria dei crossover/suv elettrici e compatti un filone potenzialmente molto redditizio. Ricapitolando, Atto 2 (va ammesso, i nomi dei modelli potevano essere più allettanti…), si inserisce nella proposta BYD fra la compatta Dolphin e la citata Atto 3.

Per capirci stiamo parlando di una fetta di mercato molto competitiva, con modelli elettrici come Renault Megane, Hyundai Kona, Peugeot e-2008 e molte altri. Modelli dai marchi certo più noti (e forse dallo stile esterno più personale e attraente…), rispetto ai quali però BYD, con Atto 2 risponde con argomenti piuttosto convincenti, come livelli generosi di equipaggiamento offerti di serie e, soprattutto, un prezzo di lancio competitivo: 27mila 900 euro.

BYD, Atto 2, test drive, elettrica
L’elettrica Atto 2©BYD

BYD Atto 2, ritratto in sintesi

Cominciamo dalle dimensioni, utili per inquadrare il possibile impiego: Atto 2 lo abbiamo detto, è un suv pensato (anche) per la città ma con un aspetto che strizza l’occhio alle evasioni dei weekend. Lungo 4 metri e 31, largo 1 metro e 83, si tratta di un modello abbastanza gestibile anche nel traffico cittadino dove, anzi, la posizione di guida più alta della media offre una migliore visibilità sulla strada, dunque più sicurezza. Dimensioni esterne che, come vedremo, si traducono in un’abitabilità molto buona in rapporto agli ingombri (merito del passo lungo, ossia dello spazio fra ruote anteriori e posteriori).

Il motore elettrico offre una potenza di 130 kW (oltre 170 dei vecchi cavalli) ed è alimentato da una batteria fosfato di ferro e litio (priva di cobalto) da 45,12 kWh che assicura un’autonomia dichiarata di 312 chilometri, che salgono fino a 463 nell’uso urbano (più avanti vediamo in cosa si traducono queste cifre nell’uso reale). Per finire il ritratto, in sintesi, Atto 2 accetta potenze di ricarica DC fino a 65 kW (qui alcune avversarie fanno meglio), il che si traduce in un’attesa di circa 40 minuti per ricaricare dal 10 all’80 per cento, mentre servono 5 ore e mezzo per un “pieno” di energia (non ci stancheremo mai di sottolineare l’importanza che provenga da fonti rinnovabili) se usate il caricabatterie AC trifase da 11 kW di serie. Atto 2 offre anche la funzione Vehicle-to-load con una presa che permette di alimentare un dispositivo esterno fino a 3,3 kW.

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BYD
L’elettrica Atto 2©LifeGate

Le 5 stelle GreenNCAP

Premiato con le 5 stelle GreenNCAP, a curiosare fra le caratteristiche di Atto 2, se ne scopre subito una che altri modelli ben più costosi non offrono, ossia la pompa di calore che aiuta a massimizzare l’efficienza e l’autonomia, specie nei mesi invernali. Saliti a bordo, si ritrovano alcune caratteristiche comuni ad altri modelli BYD, come il display della strumentazione da 8,8 pollici al posto dei soliti strumenti davanti al pilota e un secondo schermo touchscreen (che può ruotare) per gestire l’infotainment. C’è sia Apple CarPlay, sia Android Auto (wireless), ci sono i comandi vocali molto intuitivi (basta dire “Hi BYD, ho fame” per vedersi proporre una lista di ristoranti nei dintorni), sedili riscaldabili rivestiti in ecopelle e un tetto panoramico in vetro. Sempre a voce si può variare la temperatura dell’abitacolo o aprire i finestrini elettrici.

BYD
L’elettrica Atto 2©BYD

Lo spazio, la praticità e quella qualità, sempre più “occidentale”

Facile da usare, pratica da subito, sobria nel design interno (forse fin troppo), su Atto 2 si sale sfruttando la tecnologia NFC o con lo smartphone. Buona la quantità di spazio sia per i passeggeri (specie in altezza, malgrado il pavimento un po’ alto a causa della presenza della batteria), sia nel bagagliaio dove fa meglio di molte rivali. E per chi ha l’esigenza di caricare oggetti ingombranti, abbattendo i sedili posteriori (frazionati 60/40) si ottiene uno spazio regolare. La qualità degli interni è comunque buona, con rivestimenti e finiture “occidentali”.

Il touchscreen rotante (scenografico ma sulla quale utilità nutriamo qualche dubbio…) ha una grafica chiara, menù non sempre intuitivi ma compensati da molti comandi fisici che permettono di gestire in modo intuitivo il climatizzatore o l’impianto radio. E, come anticipato, in aggiunta c’è anche un sistema di comandi vocali che risponde anche a più richieste contemporaneamente ed è molto efficacie.

Autonomia elettrica dichiarata o reale, su cosa indaga l’Antitrust

Da guidare Atto 2 rispecchia quell’idea di facilità e praticità già riscontrate negli interni. In città le manovre sono facilissime, merito dello sterzo leggero e del raggio di sterzata ridotto che permette di muoversi in spazi davvero ristretti, come e meglio di alcune auto più compatte. Ci sono 4 modalità di guida, Eco, Normale, Sport e Neve, ognuna delle quali modifica leggermente il comportamento su strada, influendo anche sulla sensibilità dello sterzo o sull’erogazione della potenza attraverso la risposta dell’acceleratore, più o meno pronta.

Per l’autonomia reale, considerate circa 250 chilometri nell’uso misto (il dato dichiarato dal costruttore è 312), calcolate un centinaio in più se viaggiate molto in città. Proprio sull’autonomia, una delle caratteristiche più importanti da valutare quando si considera l’acquisto di un’elettrica, l’Antitrust ha aperto un’indagine su come le aziende dell’auto forniscono indicazioni (“generiche e talvolta contraddittorie”, secondo l’autorità) sull’autonomia dei loro modelli e su quali siano i fattori che incidono sulla percorrenza effettiva.  Ma quali  sono i 3 principali fattori che incidono sull’autonomia di un’auto elettrica?

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  • stile di guida
  • condizioni climatiche
  • tipologia di percorso
BYD, auto elettrica, test drive
L’elettrica Atto 2©BYD

Grazie al sistema di monitoraggio del conducente, addio distrazioni (la principale causa di incidenti)

Relativamente leggera per essere un suv elettrico, Atto 2 è anche abbastanza brillante, sia in città dove resta soprattutto pratica e agile, sia nei trasferimenti extraurbani dove la potenza risulta più che adeguata e dove il comfort (le sospensioni sono piuttosto morbide) è compromesso solo da qualche fruscio aerodinamico di troppo. Anche l’efficienza nel suo complesso è buona, specie se si sfrutta il secondo livello di frenata rigenerativa che riduce molto anche l’utilizzo dei freni. Infine l’attenzione alla sicurezza; fra i numerosi (e obbligatori dal luglio 2024) sistemi di assistenza alla guida, quello per il monitoraggio del conducente segnala con l’accensione di una spia e un segnale acustico ogni minima distrazione.

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