Effettua la tua ricerca
More results...
Mutuo 100% per acquisto in asta
assistenza e consulenza per acquisto immobili in asta
Un report dell’organizzazione spagnola di fact-checking Maldita analizza il funzionamento delle Community notes su X, il social di Elon Musk: “Le note che contengono un link a organizzazioni di fact-checkers sono considerate più affidabili dagli utenti di X ed è più probabile che diventino visibili”. Ci sono però anche delle criticità nel sistema
Lo scorso gennaio Meta – la società che controlla Facebook e Instagram – ha deciso di chiudere il suo programma di fact-checking negli Stati Uniti e di sostituirlo con un sistema di note della comunità simile a quello di X. Un nuovo report mette in luce l’impatto positivo dei fact-checker sulle ‘note della collettività’ presenti sull’ex Twitter. L’analisi è stata fatta dalla no-profit di fact checking spagnola Maldita e mostra come le organizzazioni di verifica delle informazioni siano al terzo posto delle fonti più citate nelle note su X, dietro solamente a Wikipedia e a X stesso. Inoltre “le note che contengono un link a organizzazioni di fact-checkers sono considerate più affidabili dagli utenti di X ed è quindi molto più probabile che diventino visibili”. Questi risultati “suggeriscono chiaramente come le organizzazioni di fact-checking siano essenziali affinché qualsiasi programma di note della collettività funzioni correttamente”, dice a Sky TG24 Carlos Hernández-Echaverría, vicedirettore di Maldita.
Le Community notes su X
Le Community notes di X, che in Italia assumono il nome di ‘Note della collettività’, sono le note che appaiono sotto a un tweet quando la comunità pensa che quel post contenga informazioni errate o necessiti di contestualizzazione. Sul social di Elon Musk non è presente un sistema di fact-checking di terze parti come quello sulle piattaforme di Meta. Le note vengono proposte dagli utenti: dopo che una nota viene proposta, diventa visibile solamente se un “numero sufficiente di collaboratori, con diversi punti di vista, la valuta utile”, spiega X. Questo sistema mirerebbe, nelle intenzioni del social di Elon Musk, “a creare un mondo più informato, consentendo agli utenti su X di collaborare aggiungendo informazioni contestuali a post potenzialmente fuorvianti”.
La ricerca di Maldita
Per condurre la sua ricerca, Maldita – che come Sky TG24 è partner del progetto di ricerca AI4TRUST, finanziato dal programma Horizon Europe dell’Unione europea – ha analizzato 1 milione e 175mila note – sia visibili sia non visibili – apposte nel 2024 Secondo il report, “il problema non è tanto l’assenza di note di qualità proposte su tweet che contengono false informazioni, ma il fatto che X spesso non le mostri ai suoi utenti”. E questo perché il social “mostra solo le note che ottengono consenso tra utenti con differenti idee”, in base al funzionamento del sistema spiegato in precedenza.
Leggi anche
Ue, il codice disinformazione con le regole sui servizi digitali
I dati sulle note e il fact-checking
Secondo uno studio condotto sempre da Maldita durante le elezioni europee dello scorso anno, meno del 15% dei tweet che contenevano disinformazione avevano una note visibile. Comunque, la possibilità che una nota diventi visibile su un post cresce significativamente quando questa cita informazioni proveniente da un’organizzazione di fact-checking. Nel documento si legge infatti che “se solo l’8,3% di tutte le note proposte diventano visibili, la percentuale sale al 12% per quelle che linkano a un fact-check e cresce ulteriormente al 15.2% per quelle che usano informazioni da fact-checkers europei”.
Le criticità del sistema di note
Tuttavia, secondo Maldita, permangono delle criticità: i dati analizzati mostrano come “un sacco di informazioni utili per gli utenti vengano nascosti da X” a causa della decisione della piattaforma di “equiparare la verità e il consenso”. Infatti, si legge ancora nel report, “l’85% di tutte le note proposte che cita prove fornite dai fact-checkers non sono visibili sui tweet”. Secondo Carlos Hernández-Echaverría il sistema di note della collettività può contrastare la disinformazione ma “dovrà avere un qualche tipo di elemento metodologico simile a quello che hanno i fact-checker. Per cominciare, bisognerebbe garantire alcune cose che attualmente non sono su X”.
Leggi anche
Fact checking autogestito: cosa può succedere su Facebook e Instagram
Le proposte per migliorarne il funzionamento
In particolare, secondo Carlos Hernández-Echaverría, è necessario che “le note con fonti di qualità e conoscenze specialistiche vengano privilegiate rispetto al ‘consenso’ tra gli utenti che solitamente non sono d’accordo”. Inoltre dovrebbero “apparire più rapidamente sui post che contengono disinformazione virale e pericolosa” e “le piattaforme dovrebbero impedire a gruppi organizzati o utenti con più account di manipolare il sistema”. E ancora, “mentire e ricevere ripetutamente delle note dovrebbe avere delle conseguenze per l’utente, come la rimozione della spunta blu o la possibilità di monetizzare”. E infine “le piattaforme che mettono in campo le Community Notes non dovrebbero poi interferire nel processo” di pubblicazione delle note stesse.
Le note anche su Meta
Il tema del possibile miglioramento delle note su X ha assunto ancora più rilevanza da quando Meta, la società che controlla tra gli altri Facebook e Instagram, ha annunciato per gli Stati Uniti l’addio al suo programma di fact-checking indipendente per virare verso un sistema simile a quello dell’ex Twitter. Il nuovo modello – che per adesso non è in vigore in Europa – è basato sul crowdsourcing della verifica delle informazioni: è infatti affidato a un gruppo selezionato di utenti il compito di aggiungere note di contesto ai contenuti. Non tutti gli utenti, comunque, possono partecipare: di solito sono richiesti requisiti come avere un account verificato e una certa anzianità di utilizzo della piattaforma. Comunque, come si può leggere qui, questo sistema non può essere considerato un’alternativa pienamente efficace. Diversi studi hanno dimostrato come non esista una soluzione unica e definitiva per contrastare la disinformazione: le community notes possono essere utili come integrazione, ma non possono sostituire il lavoro dei fact-checker professionisti.
Leggi anche
Ci si potrà fidare delle notizie su Meta? Cosa cambia in Europa
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link