La presidente Todde agli studenti: ”Basta con le politiche per i giovani fatte dai vecchi”

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Ghilarza

Incontro a Ghilarza per parlare di dispersione scolastica, cervelli in fuga, trasporti, identità

“Sono qui per ascoltare, perché sono stanca di vedere le politiche per i giovani fatte dai vecchi. Invece i giovani devono essere protagonisti delle politiche che li riguardano, e per questo è importante per me andare nelle scuole, come questa, ad ascoltare dalla vostre voce quelle che sono le vostre preoccupazioni, i vostri sogni, le vostre proposte”. Con queste parole la presidente della Regione Alessandra Todde ha aperto l’incontro con gli studenti dei licei scientifico e linguistico e dell’Ipsia e una rappresentanza della scuola secondaria di primo grado di Ghilarza.

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Dopo le tappe di Oristano, Nuoro, Alghero e Macomer, Alessandra Todde ha dialogato con i ragazzi che studiano a Ghilarza e che provengono da tutto il territorio circostante. Dopo l’introduzione della dirigente dell’istituto “Mariano IV d’Arborea”, Donatella Arzedi, sono stati tanti gli interventi dei ragazzi, moderati da Gianluca Atzori, consulente del giornale scolastico Voltapagina. Con studentesse e studenti sono stati affrontati temi quali la dispersione scolastica, “cervelli in fuga”, collegamenti tra piccoli centri, sanità e trasporti. Si è parlato di parità di genere, desertificazione e scarsità d’acqua. Gli interessi dei ragazzi sono quelli di chi tiene alla propria terra e vorrebbe vedere una Sardegna in cui sia più facile vivere. Si è parlato anche della Penny Wirton, una scuola di italiano gratuita per migranti, esempio virtuoso di inclusione che merita di essere valorizzato.

“Tra le domande, una mi ha colpito particolarmente: come possiamo rendere la scuola più inclusiva e garantire pari opportunità alle giovani donne, anche nel mondo della tecnologia? Restituire fiducia è fondamentale, perché spesso i limiti sono solo nella nostra testa. Stamattina ho raccontato di Il diritto di contare, un libro che mi ha segnato: la storia di una matematica afroamericana della NASA, che con talento e determinazione ha superato discriminazioni e contribuito alla corsa allo spazio. Un esempio di come il sapere possa abbattere ogni barriera”.

Dopo sanità, trasporti, fuga dei cervelli, gestione dell’energia, i ragazzi si sono concentrati su un tema molto sentito: quello della siccità e della gestione dell’acqua. “Bisogna avere bacini collegati e una rete che non perde, che è proprio quello che ci manca” ha detto la presidente Todde. “Mi sono insediata il 27 di marzo dello scorso anno e il primo atto che ho dovuto fare è stato quello di dare un’autorizzazione a ENAS per spostare l’acqua dal Tirso al Flumendosa. L’alternativa era buttarla in mare. La Regione non faceva investimenti importanti sui bacini e sull’acqua da vent’anni. Ed è anche per questo che viviamo questo problema. Invece bisogna realizzare investimenti consistenti: è quello che stiamo facendo e che continueremo a fare. Poi c’è un altro tema, quello di Abbanoa e dell’acqua pubblica. Quando siamo arrivati c’era una sorta di ombra che incombeva su di noi. Sembravamo destinati alla privatizzazione dell’acqua. Questo non è accettabile. L’acqua è un bene talmente delicato che non può essere gestito a scopo di lucro. Il lavoro importante che abbiamo iniziato è quello di fare sentire nuovamente Abbanoa vicino ai Comuni, alle persone. Non più una società matrigna ma vicino alle comunità. Ieri ho ricevuto la telefonata del sindaco di Barisardo che mi diceva che le richieste fatte ad Abbanoa dopo tanto tempo finalmente erano state accolte. Ho capito che la svolta che volevamo inizia a essere percepita”.

Il moderatore, Gianluca Atzori, ha riassunto lo spirito con cui i ragazzi si sono approcciati alla presidente, e il modo in cui si è sviluppato il confronto. “È una politica a cui si può dare del tu”.

La presidente poi ha salutato con un tema a lei particolarmente caro. “Non l’abbiamo trattato ma ci tengo particolarmente: è il tema dell’identità, della nostra storia. Mi rendo conto che non c’è molta consapevolezza della nostra storia, da dove veniamo. Andando invece ad approfondire si scopre che veniamo da un mondo che era molto diverso da quello che viviamo adesso. I nostri progenitori erano portatori di una cultura che non voleva subire, era tesa al confronto tra pari. Si andava anche fuori dall’isola a esportare beni importanti, e assieme ad essi cultura, storia”, ha sottolineato la presidente. “Ci siamo dimenticati di quella che era la nostra capacità di fare, la nostra capacità di badare a noi stessi, di creare sviluppo e civiltà. Credo sia il tempo di riprenderla quella fierezza. Dobbiamo trovare le nostre risorse da noi, dalla nostra cultura, da quello che abbiamo qua. Riprendiamoci la fierezza di chi siamo stati per poter davvero contare e trattare da pari a pari, senza più abbassare la testa”.

Un momento dell’incontro della presidente con gli alunni dell’Istituto Mariano IV

Sabato, 22 febbraio 2025

 

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