Mount Etna, architettura e biodiversità: come abitare il vulcano. Chiude la ‘tre giorni’ a Nicolosi

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Mount Etna, architettura e biodiversità: come abitare il vulcano. Chiude la ‘tre giorni’ a Nicolosi

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Si conclude oggi la ‘tre giorni’ di architettura e paesaggio che si è svolta a Nicolosi nella sede del Parco dell’Etna.

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Mount Etna, architettura e biodiversità: come abitare il vulcano. Chiude la ‘tre giorni’ a NicolosiUn seminario di architettura fortemente voluto da Giovanni Riggio, commissario straordinario del Parco, finanziato dall’Assessorato Territorio ed Ambiente, con il patrocinio dell’ARS e della Fondazione Federico II. Un progetto condiviso con l’Archeoclub d’Italia e promosso QTS PRIME che è stato media partner dell’intero evento.
In questi tre giorni hanno lavorato divisi in cinque gruppi: Michele Sbacchi e Fabio Guarrera dell’Università degli Studi di Palermo con Evolutivestudio; Luigi Pellegrino dell’Università degli Studi di Catania insieme a Ellenia+3; Renato Capozzi dell’Università degli studi di Napoli con Aurelio Cantone; Sebastian Erazo Fischer e Stefano Pugliese provenienti rispettivamente da Parigi e dalla FFAD, IEU di Smirne in Turchia con ILS+A Ivana Laura Sorge; Hector Fernandez Elorza e Xavier Ros ETSAM MADRID | ETSAB BARCELONA con officina 21.

A questi si aggiungono gli incursori culturali, figure nuove introdotte ad hoc per contaminare i progetti e costruire una nuova metodologia che punta sulla partecipazione e sulla cooperazione nel progetto di architettura, ospitando e ascoltando: Vittorio Rizzone, Lucia Arcifa, Cristina Soraci per la storia; Luigi Longhitano, Ignazio Lutri, Nuccio Russo per il diritto; Salvo Caffo, Michele Leonardi, Renzo Ientile per la natura; Francesco Di Mauro, Mariella Fiume, Piero Romano, Carmen Cardillo, Orazio Coco per l’arte; Fabio Neri, Salvo Onorato, Cecilia Tosto per la tecnica. Sotto la super visione del Commissario Parco dell’Etna, Giovanni Riggio e del Direttore del Parco, Giuseppina Rita Gammacurta.
I risultati, ricchi di spunti per il futuro, hanno consolidato l’idea che il “rudere” può essere esso stesso un valore, insieme ai biotopi che lo circondano.

Mount Etna, architettura e biodiversità: come abitare il vulcano. Chiude la ‘tre giorni’ a Nicolosi Vale per l’edifico a nord della sede del parco, che è parte del convento di San Nicolò l’Arena come per gli innumerevoli esempi che sono presenti all’interno del Parco dell’Etna. Quindi è evidente la necessità di conservare da una parte ma nello stesso tempo di rigenerare i luoghi con funzioni alternative alla residenza. I progettisti hanno immaginato nuove funzioni per proteggere la fauna e la flora presente, per incentivare lo studio e la contemplazione, per raccogliere l’acqua e l’energia. Nuove spazialità, nuove funzioni, attraverso l’innesto di corpi leggeri, effimeri, removibili, utilizzando prevalentemente materiali come il legno.

Il puntello è il vero protagonista, un dispositivo semplice e modulare che si trasforma in tanti modi. Diventa sostegno, copertura, camminamento, recinto e quinta scenografica. Una proposta, quindi, che a partire dalle attuali criticità, costruisce soluzioni e diventa un volano per il turismo sostenibile grazie anche al lavoro divulgativo e comunicativo che accompagnerà questa iniziativa.
Il Monte Etna diventa incubatore di ricerca, di qualità dell’architettura e del paesaggio e laboratorio sperimentale in termini di mitigazione del rischio sismico e vulcanico. Con la possibilità di offrire soluzioni alternative legate alla siccità e alla produzione di energia sostenibile. Senza dimenticare altre tre questioni che devono essere interne alla ricerca del futuro: acqua/siccità – energia/ sostenibilità – rifiuti/opportunità. E la possibilità di gemellare anche il vulcano Vesuvio per questa ricerca – progetto.

Ma il lavoro è ancora all’inizio. Il commissario ha già pianificato un lavoro di rilancio dell’ente Parco puntando tra le altre cose al recupero delle rovine adiacenti all’attuale sede, appunto quelle oggetto delworkshop e alla ricerca archeologica del sottosuolo che darà ancora tante sorprese. Per un luogo che ha sedimentato secoli di storia, che nasconde misteri, che può diventare un centro di ricerca e sperimentazione dell’architettura e del paesaggio. Grande soddisfazione dei partecipanti e l’invito ad un arrivederci al prossimo anno, con l’augurio che questa manifestazione diventi un format fino a diventare la biennale dell’Etna, in compartecipazione con la biennale di Venezia.

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FOTO DI RALF KNÜFER





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