LECCE – Più di un terzo dei sindaci della provincia di Lecce reclama chiarezza sulla ripartizione dei fondi europei stabilita con l’Accordo di coesione firmato venerdì scorso dalla presidente del Consiglio dei ministri, Giorgia Meloni e dal presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano.
La presa di posizione dei primi cittadini è molto forte: “Dalla lettura dell’accordo – si legge nella prima parte del comunicato – parrebbe che alcuni Comuni della Regione Puglia abbiano subito un trattamento privilegiato che sembra non rispondere a criteri di pubblico interesse”. Il riferimento è ad amministrazioni ritenute molto vicine a Raffaele Fitto, ex ministro del Sud, del Pnrr e delle Politiche di coesione, designato vicepresidente esecutivo della Commissione Europea.
È un gioco delle parti? A ben vedere il malcontento riguarda anche sindaci non riconducibili al centrosinitra. Il comunicato è firmato da Renato Rizzo (Alliste); Giovanni Mauro (Aradeo); Irene Chilla (Bagnolo del Salento); Alfredo Fina (Campi Salentina); Paolo Greco (Caprarica di Lecce); Giovanni Erroi (Carmiano); Roberto Casaluci (Castrignano de’ Greci); Laura Manta (Collepasso); Dina Manti (Corigliano d’Otranto); Luigi Melissano (Cutrofiano); Flavio Filoni (Galatone); Luca Benegiamo (Giuggianello); Monica Gravante (Giurdignano); Francois Imperiale (Guagnano); Fabio Tarantino (Martano); Alessandro Conte (Melissano); Valentina Avantaggiato (Melpignano); Giuseppe Maglie (Montesano Salentino); Lorenzo Ricchiuti (Morciano di Leuca); Giuseppe Antonio Mighali (Neviano); Marco De Luca (Novoli); Stefano Prete (Parabita); Gabriele Abaterusso (Patù); Paolo Rizzo (Presicce Acquarica); Antonio Salsetti (Racale); Antonio Cavallo (Ruffano); Cosimo Leuzzi (Salice Salentino); Alessandro Quarta (San Donato di Lecce); Anna Laura Remigi (Specchia); Luigi Rizzello (Spongano); Ronny Trio (Surbo); Luigi Guidano (Taurisano); Giacomo Cazzato (Tiggiano); Giuseppe Taurino (Trepuzzi); Salvatore Chiga (Ugento). Questi sindaci, in totale, rappresentanto oltre 250 mila abitanti.
Destinatario della persa di posizione è anche il governatore pugliese: “Comprendiamo l’urgenza e la sacrosanta premura del presidente Emiliano nel sottoscrivere questo accordo ma, al contempo, pretendiamo di conoscere le procedure ad evidenza pubblica sottese alla selezione dei pochissimi progetti finanziati, che in provincia di Lecce si contano nell’ordine di una decina”. Da una lettura dell’elenco, in realtà, i comuni direttamente beneficiari di finanziamenti per interventi da loro presentati sono una ventina (oltre il capoluogo): Botrugno, Casarano, Castro, Copertino, Cursi, Diso, Gallipoli, Lizzanello, Maglie, Matino, Miggiano, Nociglia, Otranto, Poggiardo, San Cassiano di Lecce, San Cesario di Lecce, Sanarica, Sternatia, Tuglie. Il valore complessivo dei progetti è di oltre 60 milioni di euro.
Un fondocassa non indifferente, soprattutto per chi è abituato a dover amministrare con poco come viene sottolineato nella nota: “Il compito delicato dei sindaci di barcamenarsi con le esigue risorse strutturali degli apparati, tra bandi e avvisi pubblici, verrebbe vanificato, se non addirittura mortificato, nella misura in cui lo sviluppo del nostro territorio venisse indirizzato a beneficio esclusivo di alcune realtà locali a svantaggio di altre e, soprattutto, addirittura privando queste ultime della possibilità stessa di venire a conoscenza di misure agevolative. Pertanto, crediamo che queste ‘mortificazioni’ debbano ricevere risposte chiare dagli enti preposti a garantire equità nella filiera istituzionale e nel pubblico interesse. Tanto si doveva, per imprescindibili ragioni di verità, trasparenza e giustizia”.
Non è banale il fatto che la nota sia accompagnata da una dichiarazione della presidente dell’Associazione nazionale dei comuni italiani per la Puglia, Fiorenza Pascazio: “Ho raccolto le rimostranze della gran parte dei sindaci pugliesi per le risultanze del riparto dei fondi di sviluppo e coesione. Spiace molto constatare che nei tavoli di partenariato, a cui l’Anci Puglia ha partecipato, non sono stati minimamente condivisi i parametri e le scelte degli interventi che oggi apprendiamo essere stati finanziati. Chiediamo chiarezza e trasparenza rispetto alle decisioni assunte e di condividere un percorso per finanziare le proposte progettuali escluse e che rientrano nelle finalità del fondo”.
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